Pnrr, la spinta delle professioni

“Se l’Italia vuole sfruttare al massimo le risorse previste nel Pnrr è necessario che i professionisti vengano coinvolti pienamente nell’intera fase di programmazione, gestione e controllo. Possiamo avere un ruolo determinante soprattutto nella terza fase, come dimostrano i dati relativi ai bonus edilizi con 4,4 miliardi di euro stimati come proventi delle frodi, dei quali solo il 3% hanno riguardato il superbonus dove è previsto il controllo dei commercialisti”. Lo ha dichiarato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale Commercialisti, in apertura del Forum “Pnrr: occasione unica per il rilancio del Paese. Il contributo fondamentale dei professionisti”.

“Sulla base di questa esperienza e dell’incremento progressivo del rapporto di sussidiarietà con la Pubblica Amministrazione con le sempre maggiori competenze che lo Stato ci affida, è giunto il momento che ci venga riconosciuto ufficialmente il nostro ruolo per dare la giusta dignità alla nostra professione. Il mio auspicio – ha proseguito Cuchel – è che il Pnrr sia occasione non solo per la ripartenza economica del Paese ma anche per riqualificare le professioni in Italia”. Il numero uno dell’associazione dei commercialisti italiani ha poi puntato il dito sulla riforma della giustizia tributaria denunciando “un serio problema relativo alla terzietà dei giudici incardinati presso il Mef e chiamati a dirimere proprio le liti tra i contribuenti e l’amministrazione tributaria. Una condizione che mina alla base la credibilità di questo sistema evidentemente sbilanciato in favore della PA”.

Sul tema della riforma fiscale è intervenuto Andrea De Bertoldi (segretario della Commissione Finanze al Senato della Repubblica): “Serve un fisco diverso, che non preveda ulteriori tasse patrimoniali ma sia orientato a una maggiore produttività attraverso la leva fiscale. Disincentivando il sommerso che appesantisce i conti pubblici. Come? Attraverso la flat tax incrementale, con il principio del ‘più assumi e meno paghi’, per orientare ad un’occupazione il 60% degli attuali percettori del reddito di cittadinanza che risultano abili al lavoro, attraverso incentivi fiscali con super deduzione dei costi del lavoro fino al 150%; per istituire il ‘reddito di umanità’ a chi non è in grado di lavorare, con la pace fiscale valutando le risorse a disposizione per alleggerire il magazzino fiscale. In questo il ruolo dei commercialisti è importante come volano di trasmissione della normativa dal Legislatore alla vita reale”.

Sull’applicazione delle norme anti riciclaggio si è soffermato Raffaele D’Arienzo (componente GDL Antiriciclaggio Commissione Nazionale Cndcec): “Quando ci sono tanti soldi come quelli previsti dal Pnrr subito la malavita tenta di infiltrarsi. La stessa Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia segnala come fortemente deficitaria la PA su questo tema. E’ qui che ci inseriamo noi. Le risorse del Pnrr devono servire per rimettere in moto economia e infrastrutture, non per foraggiare la criminalità. Siamo pronti a dare il nostro contributo a tutela del sistema economico dell’Italia”. 

La cifra dell’impegno dei commercialisti nella PA è stata fornita da Paolo Longoni (consigliere di amministrazione della Cnpr): “Circa 12mila commercialisti sono impegnati nelle attività di revisione degli enti locali e altri 18 mila sono iscritti agli elenchi. Parliamo del 30% dei professionisti che si occupa del sistema dei controlli nell’ambito del Pnrr. Noi non rifuggiamo tale responsabilità, anche rilevante, ma vanno fatte riflessioni serie sull’adeguamento dei compensi”.

Per Mauro Nicola (tesoriere della Fondazione Nazionale Commercialisti): “I commercialisti devono avere la capacità di non dimenticare le loro origini. In questa lettura strategica guardiamo al passato professionale per andare avanti verso quelle attività molto più qualificanti. Se non faremo passi in avanti il vero rischio è implosione della categoria. Accettare incarichi dei quali non si conoscono i rischi va evitato”.

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