Neuroscienze e adolescenti, a Firenze il futuro della fisioterapia

FIRENZE – Lo sviluppo di nuove tecnologie, modellate sulle ultime acquisizioni delle neuroscienze, ma anche il riconoscimento delle peculiarità delle disabilità complesse e della necessità di adattare i trattamenti all’età dell’adolescenza. Sono questi i temi di grande attenzione nella seconda edizione del Congresso europeo di fisioterapia pediatrica, ospitato all’hotel Mediterraneo a Firenze. Protagoniste, nella tre giorni promossa dal Gruppo di interesse specialistico (Gis) di fisioterapia pediatrica dell’Associazione italiana di fisioterapia (Aifi), in collaborazione con il Master in fisioterapia pediatrica dell’università di Firenze e con il servizio di riabilitazione dell’azienda ospedaliero-universitaria Meyer, sono le evidenze scientifiche ma al tempo stesso anche la capacità dei professionisti di tutta Europa di costruire una rete transazionale per migliorare la loro capacità di risposta ai bisogni di pazienti giovanissimi.

“La fisioterapia pediatrica è davvero paradigmatica di un ambito che è in grado di seguire con altissima competenza la cronicità, le disabilità persistenti e progressive. È il campo della multidisciplinarietà, della gestione long care di patologie croniche e dell’attenzione ai fattori contestuali per il miglioramento della qualità della vita”, ha spiegato Simone Cecchetto, presidente di Aifi, il quale si è detto “orgoglioso” di avere potuto tenere per la prima volta in Italia un congresso internazionale di fisioterapia, soprattutto vista la rilevanza della branca appositamente dedicata all’infanzia e all’adolescenza.

L’evento rappresenta la continuazione ideale del primo congresso, svolto a Utrecht nel 2019: “I nostri membri – ha dichiarato Claudia Sarno, presidente del Gis di fisioterapia pediatrica – hanno accolto con passione l’idea di realizzare questo congresso, la cui importanza è data anche dal fatto che quest’anno ricorre il 25esimo anniversario dalla costituzione del Gruppo di interesse specialistico”. In effetti la cifra caratterizzante del Gis è la sua fiducia nella forza del team, come ha sottolineato la vicepresidente del gruppo, Antonella d’Aversa: “L’obiettivo – ha aggiunto – è incoraggiare la realizzazione di connessioni forti e promuovere progetti concreti”.

Le sfide di fronte ai professionisti sono del resto impegnative e ruotano attorno alle più recenti evidenze della letteratura scientifica. La prima riguarda l’approccio alle neuroscienze e la loro ricaduta sulla professione: “I fisioterapisti – ha fatto notare Matteo Pirinu, coordinatore del Comitato scientifico organizzativo del congresso – possono trarre ispirazione, ma anche cambiare il loro modo di lavorare grazie a esse”.

Le disabilità complesse, con problematiche multisistemiche e multiorgano, richiedono poi uno sforzo ancora maggiore e l’importanza della tre giorni di confronto sta appunto “nel far capire a un’audience internazionale chi sono questi bambini, come ci si può approcciare a loro, alle famiglie, e quanto sia importante lavorare in sinergia con i servizi sanitari, i servizi sociali e la scuola”. L’altra grande novità per i fisioterapisti riguarda, inoltre, l’attenzione mirata sui trattamenti per gli adolescenti: “In passato – ha evidenziato ulteriormente Pirinu – il nostro lavoro si concludeva con il passaggio del paziente alla maggiore età, con un passaggio molto brusco, oggi invece capiamo l’importanza di aiutare questi ragazzi nel diventare autonomi, è un cambiamento culturale molto rilevante”.

A tenere uniti questi concetti è la consapevolezza che gli insegnamenti di questi giorni dovranno tradursi, con spirito di squadra, in gruppi di lavoro capaci di far crescere la professione su scala continentale. L’altro elemento imprescindibile per mettere a frutto al meglio le novità scientifiche è la formazione professionale. Un tasto toccato, in particolare, da Silvia Paoli, coordinatrice del Master specialistico dell’università di Firenze: “La fisioterapia pediatrica – ha chiosato – ha una peculiarità di contenuti, ma anche di atteggiamenti, di modalità di lavoro che richiede necessariamente una formazione specifica”.

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