Da Roma l’appello per l’Ucraina: “La Russia accetti la tregua e negozi la pace”

ROMA – In Ucraina “l’escalation è preoccupante, e riteniamo grave che ad 8 mesi dal conflitto nessuna forza di sinistra avesse ancora organizzato un’iniziativa di pace davanti all’ambasciata della Federazione russa”. Così Renato Scarola de La Comune spiega all’agenzia Dire il senso della manifestazione organizzata questo pomeriggio a Roma dal Comitato Stop alla guerra in Ucraina, insieme al Partito comunista dei lavoratori e Sinistra capitalista. Hanno aderito all’iniziativa anche alcuni esponenti delle comunità degli iraniani e dei siriani di Roma.

Una manifestazione che però non è davanti la sede diplomatica russa: l’accesso alla vicina via Gaeta è presidiato da blindati della polizia con agenti in tenuta antisommossa, e per il sit-in la Questura ha autorizzato lo slargo davanti la Biblioteca Nazionale, su viale di Castro Pretorio.Ad accogliere i dimostranti – circa un centinaio – uno striscione recita “No Putin, no Nato. Per la pace contro la guerra”.

“Vogliamo colmare un vuoto” dice dal palco dei relatori Germano Monti, del Comitato. “Tante prese di posizione, anche dai partiti in campagna elettorale, ma manca sempre qualcosa: chi ha iniziato questa guerra? Noi chiediamo un cessate il fuoco, perché se i russi smettono di combattere finisce la guerra, se smettono gli ucraini finisce l’Ucraina”.

Monti chiede “un’iniziativa internazionalista e non semplice opposizione a un regime nemico degli Stati Uniti” perché “la guerra fredda è finita. È questo secondo noi che ha paralizzato gli altri partiti di sinistra e i movimenti pacifisti in Italia, così come accaduto in Siria, quando non si è fatto abbastanza contro la Russia e il regime nazista di Assad”. L’appello dunque “è distinguere tra aggressore e aggredito. Ma il primo passo per un negoziato, è che tacciano le armi”. Vergognoso, conclude Monti, che “non si esprima solidarietà verso gli ucraini ma soprattutto mai ci si esprima per gli oppositori russi che soffrono sotto il regime di Putin”.

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