Yuliya Yukhno, esule bielorussa: Lukashenko schiera truppe per fare pressione sull’Ue

VENEZIA – L’annuncio del presidente bielorusso Alexandr Lukashenko relativo all’invio di truppe bielorusse congiunte alle truppe russe al confine con l’Ucraina “non cambia niente per i bielorussi”, tanto più l’alleanza tra esercito russo e bielorusso “esiste da 20 anni”. Lo spiega alla ‘Dire’ Yuliya Yukhno, attivista bielorussa esule in Italia e membro di Supolka, l’associazione bielorussi in Italia, che ridimensiona le parole del presidente bielorusso e allontana l’ipotesi che possano far scaturire rivolte.

“UE DEVE INVECE ESSERE PRUDENTE RISPETTO A QUELLO CHE LUKASHENKO NON DICE MA PUÒ FARE”

“Il nostro Paese non è indipendente, è occupato dalla Russia, anche se Lukashenko vuole ancora far finta di essere indipendente”, sottolinea Yukhno. Con queste dichiarazioni, quindi, “vuole solo far pressione sull’Europa”, che non deve in realtà farsi intimorire. Piuttosto, è il caso di “essere prudenti rispetto alle cose che (Lukashenko, ndr.) non dice ma che può fare”, avverte l’attivista.

“LE NOSTRE ARMI, VECCHIE DI 20 O 30 ANNI, LE ABBIAMO DATE AI RUSSI”

Non sembra quindi probabile che l’annuncio di una mobilitazione di truppe dell’esercito verso il confine con l’Ucraina provochi rivolte in Bielorussia, in quanto fin dall’inizio del conflitto “i russi arrivano sul nostro territorio, vivono qui e da qui partono per andare in Ucraina. Le nostre fabbriche adesso producono vestiti per l’esercito russo e componenti per fucili e armi… Le armi che avevamo le abbiamo date ai russi, anche se erano armi di 20 o 30 anni fa. E ciononostante Lukashenko dice di non essere coinvolto nella guerra”, critica Yukhno.

“IL NOSTRO ESERCITO NON È MOLTO GRANDE E NON SA NEMMENO COMBATTERE”

Quanto all’esercito bielorusso, “non è molto grande e non sa nemmeno combattere”, precisa l’attivista, convinta che Lukashenko abbia comunque “paura a dargli le armi perché ha paura che il popolo possa rivoltarsi contro di lui”. Anche perché “siamo sempre stati contro la guerra in Ucraina, fin da quando è iniziata”. Del resto, “siamo partigiani”, da più di due anni “stiamo combattendo per la nostra democrazia e libertà”, ricorda Yukhno. “Anche se alcuni sono andati via c’è ancora chi è rimasto in Bielorussia e sta aspettando il momento giusto… E con la situazione della guerra che sta peggiorando e Putin che sta perdendo e alzando il tiro…”.

“ORA NON POSSIAMO FARE NIENTE, IL TERRITORIO È PIENO DI RUSSI… ASPETTIAMO IL MOMENTO GIUSTO”

Bisogna poi considerare che “i russi che arrivano in Bielorussia sono maleducati, si comportano come se il territorio fosse loro e la situazione è molto più pesante rispetto ad un anno fa. Il Kgb è molto più presente, hanno paura della rivoluzione”. Ma, come anticipato, non è ancora l’ora della rivoluzione. “Adesso il popolo bielorusso non può fare nulla perché il territorio è pieno di russi – conclude l’attivista -. Dobbiamo usare un po’ di strategia anche noi e aspettiamo il momento giusto”.

LEGGI ANCHE: VIDEO | Il Lido di Venezia accoglie i familiari di prigionieri politici bielorussiL’esule bielorussa: “Lukashenko incarcera e reprime, la Ue faccia di più”

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