Il 15 ottobre maratona globale per Assange, 24 ore per il giornalismo

ROMA – Una maratona globale di 24 ore in presenza e virutale per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda giudiziaria di Julian Assange: questa l’iniziativa lanciata da una rete di organizzazioni per i diritti umani e testate giornalistiche, che il 15 ottobre chiederanno il rilascio del giornalista e fondatore di Wikileaks, divenuto simbolo della libertà di stampa.

“Julian Assange- si legge nell’appello- è un uomo, un giornalista che ha rivelato i crimini e i criminali delle guerre in Afghanistan e in Iraq degli Stati Uniti e per questo è stato punito, è stato ingiustamente incarcerato e imbavagliato, gli è stato impedito di fare informazione. Mentre i crimini e i criminali sono impuniti e assolti. Ora rischia di essere estradato negli Stati Uniti e condannato a morte con 175 anni di carcere”. L’attivista australiano “ha due figli piccoli e ha accanto una compagna e avvocata, Stella Moris, che continua a lottare. È il simbolo di tutti i giornalisti, le giornaliste, le voci libere che con lui possono essere messe a tacere, e rappresenta un modello di mondo nuovo e migliore dove l’ingiustizia va condannata e i diritti umani difesi”.

Il comitato promotore ricorda: “Sono sempre più numerose le iniziative per la libertà di Assange e per impedirne la pericolosa estradizione negli Usa” da parte delle autorità britanniche, che lo hanno arrestato a Londra nel 2019 e lo tengono rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, definita da alcuni “la Guantanamo britannica” per le condizioni in cui sono tenuti gli ospiti. La 24 ore non stop per Assange dunque punta a “far conoscere il suo caso in tutto il pianeta”. “Giornalisti, attivisti, artisti, persone di cultura manifesteranno in tutto il pianeta per la libertà di Julian”. Per aderire, si può scrivere all’indirizzo e-mail della campagna oppure seguire l’iniziativa sulle pagine dell’evento (www.24hassange.org).

IL PROGRAMMA: DIBATTITI, CONCERTI, FLASH MOB

Il programma si preannuncia variegato e ricchissimo: sono previsti eventi – presidi, flash mob, concerti, proiezione di film e documentari di approfondimento e denuncia, dibattiti – interviste – tra cui spiccano quella dello studioso Noam Chomsky, della moglie di Assange Stella Moris e Fidel Narvaez, l’ex console dell’Ecuador che ha accolto Assange nell’ambasciata a Londra. Ci sarà anche la voce di John Rees, organizzatore della catena umana che l’8 ottobre a Londra ha circondato il Parlamento per chiedere la liberazione del fondatore di Wikileaks – e moltissimi video con canzoni, poesie e performance artistiche.Tutte queste attività, prosegue la nota, avranno uno spazio nella diretta – necessariamente breve, per lasciare posto a tutti – con un collegamento che mostrerà quel mondo solidale e generoso di cui Julian Assange è un simbolo.

OLTRE 50 CITTÀ ADERISCONO, DALL’ITALIA ALL’AUSTRALIA

Eventi si svolgeranno in oltre 50 città del mondo: nel Regno Unito gruppi di attivisti manifesteranno a Piccadilly Circus, a Londra e davanti alla prigione di Belmarsh, dove Julian Assange, appena risultato positivo al covid, è rinchiuso da oltre tre anni, mentre a Manchester si organizzerà un evento artistico. In Australia è previsto un presidio a Sydney, davanti all’ufficio del primo ministro e collegamenti con l’amico di Julian, Niraj Lal da Melbourne e con il regista e poeta Kym Staton da Byron Bay. Gli studenti della National Chengchi University di Taipei, a Taiwan, organizzeranno una marcia dal titolo Free Julian Assange. In Spagna sono previsti la proiezione di un film a Barcellona e un presidio nel centro di Madrid. La Francia si unirà con un’iniziativa a Tolosa e il Belgio con un evento a Namur. In Canada un gruppo di attivisti manifesterà davanti al Municipio di Regina, nel Saskatchewan. Dalla Germania arriverà un video della deputata di Die Linke Zaklin Nastic e dal Cile interverrà il deputato umanista Tomas Hirsch, intervistato da Pia Figueroa, condirettrice di Pressenza.

A tutto questo si aggiungeranno moltissime città italiane: parteciperanno attivisti di base, giornalisti come Stefania Maurizi del Fatto Quotidiano, Simona Maggiorelli di Left, Francesca Fornario, Dale Zaccaria, Giuseppe Giulietti, segreatrio generale della Federazione nazionale stamp aitaliana (Fnsi) e Vincenzo Vita di Articolo 21, il vignettista Vauro, l’attore Moni Ovadia, il comico Alessandro Bergonzoni, il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, il sindaco di Pinerolo, che ha concesso la cittadinanza ad Assange e il medico e attivista Vittorio Agnoletto.

Tra le organizzazioni e le testate aderenti ci sono Amnesty International, Articolo21, Atlante delle guerre, Comitato di solidarieta’ con Leonard Peltier di Milano, Free Assange Italia, Italia che Cambia, Left, L’indipendente, Media Alliance, Pressenza, Presidio Europa NoTav, Terra Nuova, Transform! Italia, Sostenitori di Julian Assange, Sovranità Popolare, Unimondo ed Ecomapuche.

Leggi anche: Assange, un anno per agire. Fermare l’estradizione è possibile

L’allarme di Bellange (Federazione internazionale giornalisti): “Se estradato, Assange rischia la vita”
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