Landa (Perù): “Democrazie stabili, ora tutela vulnerabili”

ROMA – Lo scenario politico del Sudamerica è in costante mutamento ma, dopo due secoli di instabilità e colpi di Stato, si è arrivati a “un patrimonio condiviso per quanto riguarda libertà, equilibrio dei poteri e democrazia”. Il ministro delle Relazioni estere del Perù César Landa espone la sua analisi in un’intervista con l’agenzia Dire che si è svolta oggi a Roma, a margine di una conferenza organizzata nella sua sede dall’Organizzazione internazionale italo-latina americana (Iila).

Il tema al centro dell’intervento del ministro, in carica da settembre, è quello della presenza peruviana nel contesto di due organismi regionali, la Comunidad Andina (Can), di cui Lima è presidente di turno, e l’Alianza del Pacífico.

Il titolare della diplomazia peruviana prosegue la sua argomentazione sottolineando che in Sudamerica “i tempi sono maturi per concentrarsi sulla tutela delle fasce più deboli della popolazione e sul versante sociale dei problemi strutturali che affliggono la regione, come povertà e crisi alimentare”. Il ministro aggiunge: “Attraverso la firma di numerosi accordi abbiamo anche consolidato una contesto di libero mercato che ora deve essere rafforzato da politiche complementari di difesa dei più deboli e di incremento della sicurezza sociale”.

Landa torna poi al contesto politico regionale, che è in rapida evoluzione. Negli ultimi due anni la maggior parte dei Paesi della regione, Perù compreso, hanno visto un avvicendamento nella leadership. Fra meno di dieci giorni anche il Brasile, il Paese più grande dell’America Latina, potrebbe cambiare presidente.

“L’alternanza democratica e il processo continuo di rafforzamento dell’assetto istituzionale che caratterizzano i Paesi sudamericani comportano degli oscillamenti, ma sono decisamente un vantaggio per tutti noi”, commenta il ministro.
MIGRANTI. LANDA (ESTERI PERÙ): PASSARE A PARADIGMA INTERCULTURALE
Passare a una visione globale ed evolvere verso un paradigma “interculturale” sono le strade più efficaci per risolvere problematiche che sono al contempo e regionali e mondiali, come la migrazione.
Il colloquio con il titolare della diplomazia di Lima si svolge a margine di una conferenza organizzata a Roma dall’Organizzazione internazionale italo-latina americana (Iila).

Il tema della mobilità umana viene affrontato a partire dalla crisi migratoria venezuelana. “Più di sei milioni di cittadini venezuelani hanno lasciato il Paese negli ultimi anni e circa 1,4 milioni vivono in Perù, ci cui quasi 500mila sono richiedenti asilo o rifugiati politici”, premette il titolare della diplomazia di Lima in riferimento alla situazione del Paese guidato dal presidente Nicolßs Maduro, alle prese con una profonda crisi economica e con una serie di problemi di ordine politico.

“I tre assi centrali lungo cui sviluppare la gestione del tema sono i diritti, la sicurezza e la legalità. Le prospettive sono quelle di garantire che i percorsi migratori siano legali e sicuri, e poi che sia possibile inserire le persone in arrivo nei nostri processi di sviluppo”, prosegue Landa, una lunga carriera come costituzionalista, in carica da settembre. “In questo senso- prosegue il ministro- la Comunidad Andina, di cui il Perù è presidente di turno, ha siglato lo scorso giugno un accordo per sviluppare un strategia di gestione del tema che si centri proprio sul valore della persona umana”.

Ottica regionale che deve andare di pari passo con un ampliamento della visione, a livello politico ma anche concettuale. “Bisogna comprendere l’idea di interculturalità e passare a una concezione universale dell’essere umano”, scandisce il dirigente del governo guidato dal presidente Pedro Castillo. “La strada da seguire è quella di un patto globale, una ‘costituzione della terra’ come quella immaginata dal segretario generale Antonio Guterres. Un approccio questo- conclude il ministro- che permette di risolvere questioni che si articolano a livello nazionale e regionale ma che poi trascendono queste dimensioni, come la migrazione ma anche la sovranità alimentare, l’energia, il cambiamento climatico”.]]

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