Tutti i rischi dell’aiuto umanitario, un asset strategico

ROMA – Guerre senza linee del fronte, anzi con linee del fronte diffuse, che tagliano cittĂ , occupano scuole e trasformano ospedali in quartier generali. E poi ong umanitarie a rischio strumentalizzazioni, per fini nient’affatto umanitari ma politici. PerchĂ© oggi, e questo è un punto fermo, l’aiuto è un asset strategico. Spunti al centro dello Humanitarian Congress, due giorni di analisi e dibattiti promossi al Maxxi di Roma dall’organizzazione Intersos.

“GUERRE SENZA LINEE DEL FRONTE”

Del carattere nuovo e pure delle costanti delle guerre contemporanee si discute durante un panel dal titolo ‘Quando i civili sono un target: cosa abbiamo imparato dai recenti conflitti’.A introdurre Lucia Goracci, corrispondente della Rai, spesso dal Medio Oriente. “Le guerre”, sottolinea la reporter, “oggi non hanno piu’ una linea del fronte, che attraversa invece tutto il Paese, i villaggi, le scuole e persino gli ospedali, spesso gli edifici piu’ alti, che quasi sempre diventano quartier generali dei combattenti”. Goracci ricorda l’assedio di Aleppo, in Siria nel 2016, e poi l’Iraq e l’Afghanistan, dove è tornata tre volte nell’ultimo anno. E a Kabul è stato anche Antonio Donini, co-fondatore dell’associazione United against Inhumanity.Al centro del suo intervento sia le necessitĂ  che i rischi dell’assistenza alle vittime. “Forse oggi ci sono piu’ civili uccisi nelle guerre ma ci sono anche piu’ occhi che guardano”, osserva Donini. “Contribuisce la presenza di un ecosistema umanitario che è diventato dieci volte piu’ grande di quello che era 20 o 30 anni fa”.Il suo è anche un monito. “Esiste il pericolo di una strumentalizzazione dell’azione umanitaria in funzione di agende che umanitarie non sono” avverte Donini. La tesi, allora, è che “anche la composizione del sistema è tale che i donatori sono perlopiu’ occidentali e hanno interessi che condizionano almeno in parte le attivitĂ  delle organizzazioni umanitarie”.

STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE

Un allarme, questo, condiviso da Christopher Stokes, consulente di Medecins sans frontieres (Msf). “Il sistema dell’aiuto è sempre piu’ politicizzato” sottolinea l’esperto, in videocollegamento dall’Ucraina, aggiungendo: “L’aiuto diventa un asset strategico da controllare”.I rischi si aggiungono a difficoltĂ  giĂ  sperimentate. Come quelle che coinvolgono perfino le Nazioni Unite, impegnate spesso nella distribuzione del cibo in Paesi in conflitto. “Nel nord della Nigeria capita che ammettano di non poter consegnare nulla nelle zone non controllate dal governo centrale senza una sua autorizzazione” denuncia Ed Schenkenberg, direttore esecutivo di Here, un think-tank con base a Ginevra specializzato sull’intervento umanitario: “Anche questa è una violazione degli standard”.
]]

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

Correlati

advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img

Ultim'ora

Festival Jazz “Santa Cecilia” con Agnes Lakatos e Tibor Cshuhaj-Barna

Domenica 21 aprile sono in programma due concerti Roma, 20 apr. (askanews) – Prosegue fino al 19 maggio, sempre a ingresso libero, la 3a edizione del Festival "Jazz Idea" del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la direzione artistica della cantante e docente Carla Marcotulli. Caratteristica del Festival, la presenza di grandi artisti affermati nel

La costellazione Guggenheim a Venezia con la nuova CEO Westermann

Da Peggy Guggenheim direttori e curatori dei musei nel mondo Venezia, 20 apr. (askanews) – Un'occasione per fare il punto sulla presenza dei musei e della Fondazione Guggenheim nel mondo, nello scenario di una Venezia che vive i giorni di apertura della 60esima Biennale d'arte. La Collezione Peggy Guggenheim ha accolto direttori e curatori da

Padiglione Italia in Biennale: ascolto e tensione verso l’altro

Il progetto di Bartolini e Cerizza, triplice installazione sonora Venezia, 20 apr. (askanews) – Un'esperienza sonora che riempie i vuoti, colma gli spazi e apre prospettive più ampie sull'idea di arte. Il Padiglione Italia alla 60esima Biennale d'arte di Venezia è un progetto profondo, che ci porta ad accorgerci di come l'ascoltare sia anche una