Benifei (Coraggio Pd): “Fuori i vecchi dirigenti, largo ai giovani”

ROMA – “Non basta cambiare il segretario” Enrico Letta, per rilanciare il Pd bisogna mandar via la vecchia “nomenclatura” che “non ha più credibilità”. Ora tocca a una nuova generazione “che c’è già” e chiede di “entrare” nelle stanze del partito dove si decide. Brando Benifei, capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, ha lanciato ‘Coraggio Pd’, un’assemblea di under 40 che ha iniziato a strutturarsi qualche giorno fa a Roma.

In una videointervista con l’agenzia Dire, il 36enne Benifei spiega: “Abbiamo voluto prendere sul serio l’idea di una fase costituente, aperta, di rifondazione politica del Pd. Oggi c’è bisogno di una forza socialista europea, con un’identità chiara. Un Pd rinnovato, adatto a una nuova fase in cui c’è una proporzionalizzazione del contesto politico italiano, dove il Pd deve essere la guida di un’alternativa a questa destra che fa la destra”.

Per Benifei “servono idee chiare per rendere più credibile la piattaforma del Pd. Dobbiamo discutere e spingere forte sul rinnovamento del gruppo dirigente del Pd. Non basta cambiare il segretario – sottolinea – serve riadattare l’identità del Pd e avere un nuovo gruppo dirigente. Noi vogliamo una nuova prima fila che ci rappresenti perché quella che c’è oggi, per vari motivi, non ha più la credibilità per rappresentarci”.

‘Coraggio Pd’ ha iniziato a prendere forma “a Roma il 29 ottobre”, dove si sono riuniti “più di 500 giovani e meno giovani. Abbiamo voluto dire che ci siamo, siamo già quella generazione democratica che fa vivere un’alternativa a questa destra perché prende i voti, sfida la nomenclatura anche a livello territoriale, fa battaglie politiche e le vince: per i diritti delle donne dove non si può abortire, per i lavoratori più giovani come i tirocinanti e i rider”.

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Benifei parla di “un lavoro che premia il radicamento con il consenso e che deve entrare di più nel partito nazionale. La questione non può essere solo generazionale, ma dai più giovani può arrivare una spinta importante”. Ora le priorità, dice, sono “i diritti del lavoro, l’ambiente, la lotta alle diseguaglianze, le libertà della persona, una democrazia che funziona”. Benifei contesta le politiche del Pd in questi anni che hanno portato “anche a un cedimento culturale, a una forma di antipolitica: abbiamo assecondato l’idea di tagliare la rappresentanza, il finanziamento pubblico ai partiti, favorendo una privatizzazione della politica”.

BENIFEI: “LA SINISTRA NON È CONTE, NOI DIVERSI DAL GRILLISMO”

Il Movimento 5 Stelle è l’interlocutore naturale del Pd? “Credo che dovremmo discutere con tutte le forze di opposizione, però voglio ricordare che Conte non ha mai detto di essere di sinistra, al massimo ha fatto un riferimento al campo progressista. A me ha colpito questa ritrosia”, spiega Brando Benifei.

Promotore di ‘Coraggio Pd’, assemblea che pochi giorni fa a Roma ha riunito oltre 500 giovani del partito, Benifei osserva: “Nel momento in cui la destra fa la destra c’è bisogno della sinistra. Una sinistra riformista, di governo, che in Europa perde e si rialza, facendo un grande lavoro di rigenerazione. Lo si può fare anche in Italia”.

Una sinistra, ragiona Benifei, che non si sovrappone ai 5 Stelle né al Terzo polo di Calenda e Renzi: “Noi siamo diversi dai grillini. A volte anche noi abbiamo introiettato quell’antipolitica che viene dalla cultura del grillismo, ma noi non la possiamo sposare”. Al tempo stesso, “serve sciogliere l’ambiguità di quel polo liberale che oggi sembra ammiccare verso destra”. Eppure, “queste opposizioni devono cercare di dialogare. Sono diverse, è evidente. Il Pd deve essere la forza del socialismo europeo di cui c’è bisogno anche in Italia in questo momento”.

C’è ovviamente il congresso all’orizzonte. Di nomi, dice ancora Benifei, è presto per parlarne. “Dobbiamo prendere sul serio questa discussione costituente, andando a fondo sui nodi dell’identità, del nostro posizionamento politico, rinnovando il gruppo dirigente, anche con forze che vengono dall’esterno. Abbiamo bisogno di un’osmosi, di una fase in cui chiamiamo a partecipare. Poi arriveremo a decidere chi deve guidare, noi non escludiamo nulla, valuteremo tutte le proposte, anche di portare avanti una nostra candidatura”.

Ora per ‘Coraggio Pd’ è il momento di farsi forza e incontrare i militanti: “Nelle prossime settimane promuoveremo appuntamenti in tutte le regioni d’Italia per un confronto che intrecci le problematiche territoriali con le grandi questioni identitarie che devono definire la nuova forza del Pd, che noi pensiamo oggi possa nascere anche grazie al nostro contributo”.
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