ROMA – Sul caso dei tre agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Bari, arrestati con l’accusa del reato di tortura, intervengono il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il l Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi esprimendo “fiducia” nella polizia e nella magistratura che ha avviato l’indagine per appurare i fatti risalenti allo scorso 27 aprile. In tutto sono 15 gli indagati: avrebbero colpito con calci e schiaffi un detenuto. Per la Procura si tratta di tortura in concorso.
LA NOTA DI NORDIO E DEL DAP: “ESISTE LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA”
Scrivono Nordio e Renoldi: “La contestazione di gravi reati ad alcuni agenti di Polizia penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Bari ci addolora molto: il Corpo è composto di poliziotti che ogni giorno – con grande abnegazione e passione – adempiono al proprio dovere nel pieno rispetto della legalità . Accuse come queste rischiano di offuscare il grande impegno profuso. L’Amministrazione penitenziaria ha però in sé tutte le risorse per garantire un servizio sempre orientato al pieno rispetto della legalità , secondo il giuramento di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi che ciascuno di noi ha fatto. Siamo rispettosi dell’operato della Magistratura e attendiamo, con fiducia, l’ulteriore sviluppo dell’azione giudiziaria, ricordando, una volta di più, anche il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezzaâ€�.
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