Italia fanalino di coda per laureati nelle materie scientifiche: sono il 24,5%

Dal nostro corrispondente a Bruxelles, Alessio Pisanò

BRUXELLES – I meccanismi disincentivanti che tendono a riprodurre le disuguaglianze sociali e gli stereotipi che riguardano la presenza delle donne nel mondo scientifico sono alla base del costante disallineamento tra domanda e offerta che colloca l’Italia agli utlimi posti nella classifica dei giovani laureati in campo della Scienza, della tecnologia, dell’ignegneria e della matematica (Stem). Lo rileva il nuovo studio “Rethink STe(a)m education – A sustainable future through scientific, tech and humanistic skillsâ€�, promosso da Fondazione Deloitte e dal Programma di Politiche Pubbliche di Deloitte.

AZIENDE A CACCIA DI PROFILI ‘STEM’

Le aziende sono sempre più alla ricerca di profili Stem, ma i laureati in queste materie sono ancora una minoranza, in particolare in Italia, dove lo è solo il 24,5% dei laureati rispetto al totale. In un quadro in cui l’accesso alle materie Stem è ancora influenzato da barriere culturali, sociali ed economiche, è sempre più evidente l’importanza dell’adozione di un approccio che promuova l’ibridazione tra competenze tecnico-scientifiche strettamente intese e competenze afferenti alle scienze umane, sostiene Deloitte in una nota. “Le sfide che abbiamo difronte sono talmente straordinarie, che c’è bisogno sempre più di capacità trasversali e innovative, e nell’affrontarle uno dei pilastri fondamentali è l’integrazione delle competenze umanistiche e scientifiche”, ha detto il Ceo di Deloitte Italia, Fabio Pompei, durante la presentazione della ricerca della Fondazione al Parlamento europeo di Bruxelles

PICIERNO (PD): OSTACOLI E GAP DI GENERE CI COSTANO CARO

A margine dell’evento la vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Partito Democratico, Pina Picierno, ha dichiarato: “Si deve partire dal superare i pregiudizi, che spesso impediscono alle ragazze di appassionarsi e di voler partecipare al percorso di studi nel settore Stem, ma c’è bisogno anche di misure concrete, con sanzioni che permettano di raggiungere gli obiettivi”.

Secondo Picierno, “quando parliamo di disuguaglianze nel settore Stem c’è un problema gigantesco valoriale ed etico, perché parliamo di disuguaglianze di genere, ma anche economico, perché costano in termini di competitività di un sistema economico”.
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