Previdenza integrativa, fondi comuni ed Etf. Le strategie contro le pensioni sempre più basse

Chi inizia oggi la propria vita lavorativa probabilmente non pensa già alla pensione. Eppure, visto il ridursi dell’assegno pensionistico a seguito delle recenti riforme del sistema, sarebbe meglio iniziare il prima possibile a guardare a questo tema. Il futuro pronosticato dipinto dalle simulazioni dell’istituto di previdenza non è incoraggiante. Chi oggi ha 35 anni prenderà una pensione più bassa del 25% rispetto a quella delle generazioni che li hanno preceduti (per esempio, i nati intorno al 1945) pur lavorando almeno fino a 70 anni. Più penalizzante sarà il quadro per chi ha lavori precari e quindi con salario basso e ripetute interruzioni nel versamento dei contributi. Anche le donne rischiano perché maggiormente esposte ai «buchi» nei pagamenti dei contributi. Questo perle interruzioni legate alla gravidanza e per le pause dal mondo del lavoro. Che fare? Le soluzioni sono diverse. Una strada è quella di scegliere di versare periodicamente una parte dei propri risparmi nei fondi pensionistici per avere un giorno una retta di scorta. La crisi ha però minato anche questo tipo di percorsi. Nel 2018 sono stati in molti a sospendere i versamenti (circa 2 milioni, vale a dire quasi un aderente al rondo su quattro). Allo stesso tempo i giovani e le donne, che avrebbero più bisogno di aderire a questo tipo di forma integrativa di previdenza, cercano solo in piccola parte queste soluzioni. I vantaggi fiscali legati a questi prodotti sono una spinta in più che non va trascurata: permettono di ottenere benefici sul reddito e di conseguenza sulle quote versate (è possibile dedurre fino a 5.164 euro l’anno). La prospettiva è di dover lavorare più a lungo e/o di risparmiare di più di quello che già si sta facendo. Con la permanenza maggiore sul posto di lavoro si incasserà un reddito via via crescente, a cui si somma il prolungamento della durata nei versamenti nelle casse pensionistiche. Così la rendita mensile finale aumenta notevolmente. Per diversi motivi, legati all’età così come alle disponibilità del mondo dell’occupazione, molti però non possono lavorare più a lungo. C’è quindi da valutare l’opportunità di risparmiare di più, investendo quanto messo da parte per poter un giorno integrare la propria pensione. I fondi pensioni possono essere una strada adatta in questo senso e, come detto, offrono importanti vantaggi fiscali. Ogni caso fa storia a sé però e occorre valutare bene il momento di ingresso soprattutto per chi è già avanti negli anni. Altra ipotesi è poi quella di investire sul mercato, per esempio con i fondi d’investimento comuni o con gli Etf, i fondi quotati a basse commissioni. In tutti i casi fondamentale è guardare alle spese da pagare di mese in mese. Nel lungo periodo, se sopra al 2% annuo, possono erodere buona parte di quanto raggiunto e dunque abbassare il livello di quella che sarà la pensione di riserva.

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