Il colonnello Arabia (sindacato Sum): “Aspettiamo un incontro con Crosetto, saprà ascoltarci”

ROMA – “Il nostro sindacato è interforze, al momento nell’organizzazione ci sono solo rappresentanti dell’esercito, ma speriamo che altri colleghi di Forze Armate abbiano il desiderio di condividere con noi questo progetto. Abbiamo presentato la richiesta di iscrizione all’albo ai primi di settembre al ministero della Difesa, ci congratuliamo con quanti hanno avuto il riconoscimento e attendiamo fiduciosi una risposta dal Gabinetto del ministro. Abbiamo accolto favorevolmente una nota del ministro che ha detto di voler incontrare anche le associazioni sindacali. Il COCER è stato ricevuto la settimana scorsa, mentre da luglio 2019 non incontriamo il ministro, dall’allora ministra Trenta. Durante il periodo di Guerini non c’è stata la medesima sensibilità ad incontrare i sindacati. Siamo certi che il ministro Crosetto saprà ascoltarci, ha sensibilità per il personale”. Una fiduciosa attesa e tanti progetti in cantiere quelli di cui ha parlato con l’agenzia Dire il presidente del neo sindacato interforze Sum (Sindacato unico dei militari), il colonnello dell’esercito Antonello Arabia che per l’occasione ha annunciato l’iniziativa molto sentita che ci sarà il 25 novembre su Zoom alle 18: “Un momento di formazione e informazione” sul dramma della violenza contro le donne.

VIOLENZA SULLE DONNE E SUICIDI

“È un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto – ha spiegato Arabia presentando il webinar del 25 novembre – su spinta delle rappresentanti del sindacato. Al di là dell’incontro l’obiettivo è creare attività di informazione e formazione. I primi ad essere educati dobbiamo essere noi uomini. Nel futuro torneremo sul fenomeno suicidario”, ha annunciato il colonnello, che poi ha ricordando: “Uno dei nostri iscritti si è tolto la vita. Il ministro Crosetto ha già detto che il supporto psicologico deve essere rivisto per prevenire e accogliamo con favore questa iniziativa. Siamo pronti a fornire risorse”, ha assicurato.

IL 29 NOVEMBRE LA SENTENZA SULLA SOSPENSIONE DEI MILITARI NO VAX

I ricorsi per i militari sospesi e lasciati senza stipendio per non aver aderito all’obbligo vaccinale Covid-19 hanno rappresentato un banco di prova importante per i nascenti sindacati militari. “Siamo stati chiari: noi non abbiamo espresso contrarietà al vaccino, ma auspicavamo libera scelta. Quando sono state poste delle clausole e obbligo al personale – ha ribadito il colonnello – mi sono sentito in dovere di fare un approfondimento tecnico normativo su questa nuova posizione di Stato che veniva creata con un decreto legge. La sospensione senza stipendio l’ho vissuta come una forzatura rispetto allo stato giuridico del militare che anche per condanne penali e reati gravi – ha ricordato – ha un trattamento economico al 50%”.

Grazie all’impegno dell’avvocata Giulia Monte e all’intesa tra varie sigle sindacali si è trovata la strada per “opporci a questa abnormità: il Tar del Lazio ha dato sospensiva alla sospensione dal servizio e il giudice ammistrativo ha riconosciuto un vizio di legittimità sull’intera vicenda e rimandato alla sentenza del 29 novembre dell’Alta Corte che attendiamo con ansia”. Obiettivo è “aiutare tutto il personale certamente nei limiti delle norme, siamo servitori dello Stato”, ha ribadito Arabia rinnovando il principio per cui il sindacato militare si muove sempre in un perimetro d’azione diverso dagli altri, ad esempio sul diritto di sciopero.

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