“Una roba da neuro”. Non è tenera col suo partito Monica Canalis, vicesegretaria e consigliera regionale in Piemonte, che stamattina ha commentato le scelte sui nomi del ‘Comitato costitutente’ che porterĂ il Pd al congresso con una nota di fuoco: “Per il Piemonte entrano nel comitato solo Borsotto, Damiano, Fassino, Rossomando, Saraceno, Turco. Cioè solo ex Pci. Mandato in soffitta il pluralismo interno, come se i popolari non fossero altro che una stampella degli ex comunisti. Chiuse le porte alle nuove leve”. E anche a livello nazionale “sono pochissimi i cattolici di peso” che avranno un posto nella costituente: “Delrio, Magatti, Piccoli Nardelli, Andreatta, Furlan”.
Ma quello che le sembra da psichiatra è il ruolo che l’ex ministro della SanitĂ Roberto Speranza guadagna: “Articolo 1 rientra nel Pd senza che nessuno abbia chiesto il parere della base. Non solo. Roberto Speranza addirittura è designato come garante del processo costituente insieme a Letta. Vale a dire che il leader di un partito scissionista farĂ da garante alla rifondazione del nostro partito. Una roba da neuro…”
“Premiano la nomenclatura che ci ha fatto perdere”
Canalis lo chiama “romanocentrismo del partito”: “I territori non sono stati coinvolti nella composizione di questo comitato. L’architettura federale del partito nato nel 2007… oggi semplicemente non c’è piĂą. Decidono tutto a Roma, premiando la nomenclatura romana, quella che ci ha fatto perdere in questi anni”. Canalis chiude il suo j’accuse con una riflessione amara: “Questo comitato costituente pare piĂą un concentrato di nomenclatura romana espressione del congresso 2019”, quello che consacrò la corsa di Zingaretti alla segreteria. Un comitato costituente che “non si apre ai giovani e ai territori. Non si ammette la responsabilitĂ degli anziani rispetto all’attuale crisi del Pd. Sembra mirare a trasformare il Pd in un partito socialista sul modello Partito socialista francese o Spd tedesca”.
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