Casse verso l’esclusione da bail in e spending review

Sorprese di fine anno per le Casse di previdenza Una coppia di emendamenti alla legge di Bilancio in discussione in questi giorni alla Camera potrebbe risolvere due problemi di grande rilievo per gli Enti. Permettendogli di non rispettare i vincoli della spending review, costata io milioni nel solo 2016, emettendoli al riparo dal “bail in”, evitando quindi che i conti correnti bancari delle Casse vengano intaccati in caso di crisi degli istituti. E’ lo scenario disegnato ieri nel corso della presentazione a Roma del settimo rapporto di Adepp sulla previdenza privata che, come ogni anno, ha scattato la fotografia del settore, partendo da un dato: negli ultimi sette anni il potere d’acquisto dei liberi professionisti ha perso il 18,3%,senza soluzione di continuitĂ ; attualmente il reddito medio si attesta a 33.750 euro. In merito agli emendamenti alla manovra, il presidente di Adepp, Alberto Oliveti, si è detto «fiducioso sull’approvazione dell’esclusione delle Casse dal ball in, perchĂ© corregge una svista del legislatore che ha salvaguardato i fondi della previdenza complementare, di secondo pilastro, dimenticandosi degli enti della previdenza privata, di primo pilastro». L’altro emendamento riguarda la spending review, come ha raccontato il presidente della commissione bicamerale di vigilanza sulle Casse, Lello Di Gioia «Nelle prossime ore arriverĂ  una proposta del Mef con la quale risolveremo il problema della spending review. In parallelo stiamo cercando una soluzione per chiarire una volta e per tutte la natura privata degli enti, messa in discussione dal loro inserimento nell’indice Istat». Tornando al rapporto Adepp, al tema della tassazione. un altro tasto dolente per le Casse, viene dedicato un intero capitolo. Questi enti, infatti, si sentono discriminati sia rispetto agli altri paesi Ue, sia nei confronti della previdenza complementare. Rispetto ai fondi pensione le discriminanti sono due: la prima riguarda l’aliquota di tassazione dei rendimenti del 20% per i fondi pensione e del 26% per le Casse. La seconda differenza riguarda sempre la tassazione dei rendimenti che per le Casse – ma non per i fondi- è doppia sia in fase di maturazione, sia in fase di erogazione dell’assegno pensionistica Andando al confronto tra l’Italia e il resto d’Europa, la maggior parte degli Stati dell’Unione europea (precisamente 17 su 24 Stati) ha adottato il modello EET, dove è esente la fase di versamento dei contributi, esente la fase di maturazione dei rendimenti e tassata l’erogazione dell’assegno. L’Italia, di contro, adotta il modello FIT, dove è esente solo la fase di versamento dei contributi . «Nell’utilizzare questo sistema – spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano -siamo in compagnia di paesi come Svezia e Danimarca E evidente che si tratta di un problema che v arisolto». Va oltre la responsabile Lavoro del Pd, Chiara Gribaudo: «La doppia tassazione è una vergogna tutta italiana; purtroppo, l’emendamento che avevamo proposto in merito è stato bocciato dal Mef». Si concentra, invece, sulla necessitĂ  di fare massa critica «per assorbire i rischi e adeguare le prestazioni» il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi. Tornando alla tassazione “generale” degli enti Adepp, a fronte di un patrimonio di circa 70 miliardi, le Casse hanno versato tasse per 544 milioni. La parte del leone la fa la tassazione delle rendite finanziarie con 365 milioni, segue l’Ires con 92 milioni. Per gli immobili la spesa globale è sui 68 milioni. Vanno poi aggiunti i 10 milioni della spending review, che oltre ad impoverire le Casse, di fatto ne mettono in discussione la natura privata. Dopo l’evento, sempre nell’ambito della manovra, è arrivata la sollecitazione dell’Adepp ad approvare alla Camera l’emendamento che istituisce il fondo per l’innovazione sociale. Si tratta di uno strumento che prevede l’emissione di bond, acquistabili dalle Casse, a sostegno di iniziative sociali.

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