Il Lazio è la principale regione esportatrice italiana di prodotti farmaceutici dal 2010

ROMA – ‘Il Settore Farmaceutico e Biomedicale nel Lazio: attrattività dell’ecosistema e prospettive di sviluppo’ è il titolo dello studio realizzato da Unindustria e dal centro di ricerca Luiss School of European Political Economy, con il contributo della Camera di Commercio Frosinone Latina, presentato oggi a Roma presso la Luiss Guido Carli.
Dalla ricerca, che ha analizzato l’impatto sull’economia regionale del comparto in termini di produzione, occupazione, valore aggiunto, esportazioni, ricerca e sviluppo, è emerso il ruolo centrale del settore nell’ecosistema del Lazio, sia in termini quantitativi che qualitativi.

IL RUOLO DELLE IMPRESE FARMACEUTICHE

L’evento, moderato da Andrea Pancani giornalista e vicedirettore di La7, è stato l’occasione per evidenziare il ruolo delle imprese farmaceutiche, strategiche per lo sviluppo del Paese e che costituiscono un tessuto industriale da valorizzare e rafforzare attraverso azioni sinergiche con le Istituzioni.
Sono intervenuti Massimo Scaccabarozzi, presidente sezione Farmaceutica e Biomedicale Unindustria; Paolo Orneli, assessore allo Sviluppo economico, commercio e artigianato, ricerca, start-up e innovazione della regione Lazio; Pierpaolo Pontecorvo, presidente di Unindustria Latina; Giovanni Acampora, presidente della Camera di Commercio di Frosinone e Latina; Stefano Manzocchi, prorettore per la ricerca Luiss Guido Carli; Valentina Meliciani, direttore Luiss School of European Political Economy; Raffaello Bronzini, responsabile della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Roma di Banca d’Italia e Gian Paolo Manzella Svimez e Giovanni Tria, Fondazione Enea Tech e Biomedicale.

IL SETTORE FARMACEUTICO E BIOMEDICALE E LA SUA POSIZIONE CHIAVE NELL’ECONOMIA DEI PAESI AVANZATI

Il settore farmaceutico e biomedicale occupa una posizione chiave nell’economia dei Paesi avanzati, posizionandosi al primo posto per spesa in ricerca e sviluppo per occupato e presentando un elevato valore aggiunto per addetto. Al di là del dato quantitativo, l’emergenza Covid 19 ha inoltre fatto emergere in tutta la sua evidenza la centralità del settore per il benessere collettivo. La capacità di reazione del settore all’emergenza, anche grazie a forme di collaborazione tra imprese e alla reattività dell’intera filiera, ha permesso di contenere i costi della pandemia.
Il settore ha inoltre un valore strategico derivante dalla specificità dei beni prodotti che generano esternalità positive, contribuendo ad accrescere il benessere sociale, la qualità e l’aspettativa di vita.
Un ulteriore elemento di attenzione è il contributo che la produzione di nuovi farmaci può dare alla riduzione dei costi del sistema sanitario nazionale. Nell’ecosistema regionale laziale, il settore farmaceutico e biomedicale gioca un ruolo di primo piano ponendosi al primo posto tra le industrie manifatturiere per valore aggiunto, per stipendi distribuiti sul territorio nonché per export.

LA POSIZIONE DI VERTICE OCCUPATA DALLA REGIONE LAZIO

Inoltre, il Lazio è la principale regione esportatrice italiana di prodotti farmaceutici dal 2010, con una quota di quasi il 40% del totale nazionale e la seconda regione italiana per numero di addetti in ricerca e sviluppo. Tutto ciò evidenzia l’importanza dell’industria per tutto il sistema della ricerca e dell’innovazione e per la competitività dell’intero territorio laziale. Questo rapporto mette in luce la centralità del settore farmaceutico e biomedicale per l’ecosistema laziale, sia in termini quantitativi che qualitativi e ne delinea le prospettive di sviluppo.

IL PRIMO CAPITOLO DEL RAPPORTO

Il lavoro è organizzato in quattro capitoli. Nel primo ci si sofferma sul peso del settore nell’economia laziale in termini di fatturato, valore aggiunto, addetti, esportazioni, ricerca e sviluppo e brevetti. Ne emerge un quadro di strategicità del comparto per l’ecosistema laziale sia in termini di occupazione e valore aggiunto sia in termini di competitività internazionale e eccellenza tecnologica.
A livello regionale nel Lazio il valore dell’industria farmaceutica più l’indotto dà occupazione a 49mila addetti e genera un valore aggiunto di più di 6 miliardi di euro. In termini di valore delle esportazioni il Lazio detiene il primato in Italia con un valore delle esportazioni di prodotti farmaceutici pari al 35,3% sul totale nazionale e un valore assoluto di oltre 12 miliardi di euro nel 2020.
In termini di capacità tecnologica, il Lazio rappresenta il 17% dei brevetti riconducibili all’ambito farmaceutico italiano. La regione è specializzata nella categoria procedures, di cui fanno parte brevetti su tecnologie di frontiera, quali le biotecnologie, con innovazioni che riguardano le mutazioni e l’ingegneria genetica. In questa categoria il Lazio risulta al primo posto in Italia sia per numero assoluto di brevetti sia in rapporto al Pil, sia in termini relativi (quota di brevetti del farmaco sul totale dei brevetti).

IL SECONDO CAPITOLO DEL RAPPORTO

Per comprendere lo ‘stato di salute’ delle imprese laziali del comparto farmaceutico e biomedicale, il secondo capitolo del rapporto analizza indicatori di redditività, indici fiscali, indici di indebitamento e indici di bilancio di composizione degli investimenti, utilizzando i più recenti dati di bilancio di fonte Orbis.
Analizzando diversi indici di bilancio si osserva come il settore farmaceutico e biomedicale nel Lazio abbia in media delle performance superiori sia nell’industria che nel commercio in termini di redditività, una maggiore solidità in termini di indebitamento e un maggiore rapporto tra immobilizzazioni immateriali e immobilizzazioni totali (indice di investimenti innovativi).
Infine, le imprese del settore farmaceutico e biomedicale del Lazio risultano anche grandi contribuenti in termini di imposte, collocandosi ben al di sopra delle imprese di altri settori sia in termini assoluti che in percentuale del valore della produzione. La forza del polo laziale emerge anche da un confronto con altre regioni benchmark (regioni urbane e sedi di capitali europee).

IL TERZO CAPITOLO DEL RAPPORTO

Il terzo capitolo del rapporto, utilizzando i dati sul valore della produzione, il valore aggiunto, il monte salari, i salari per occupato e l’attività brevettuale, mette in luce l’importanza del settore farmaceutico laziale non solo in Italia ma anche nel contesto europeo, dove il Lazio rappresenta un centro di eccellenza della filiera produttiva farmaceutica.

IL QUARTO E ULTIMO CAPITOLO

Al fine di comprendere più a fondo storia, stato e prospettive delle imprese del settore ubicate sul territorio laziale, accanto all’analisi quantitativa, il quarto capitolo del rapporto analizza informazioni di tipo qualitativo raccolte attraverso un questionario online e con interviste guidate strutturate.
Dall’analisi qualitativa si evince che le aziende farmaceutiche e/o biomedicali presenti sul territorio laziale contribuiscono al benessere economico direttamente e indirettamente.
Le aziende laziali sostengono la professionalizzazione, stimolando e rispondendo alle ambizioni delle comunità in cui operano e offrendo importanti opportunità di realizzazione economica, culturale e sociale. Si tratta inoltre di realtà che per cultura e mandato dei fondatori, oltre che per espliciti impegni presi dal management, hanno dimostrato una grande attenzione a sostenibilità ambientale e sociale nel loro modo di fare impresa sul territorio.
Dall’analisi qualitativa emerge altresì che il comparto rimane comunque esposto a dinamiche di mercato assai sfidanti, legate alla concorrenza nazionale e internazionale, così come alle vulnerabilità sistemiche (i.e. globalizzazione, offshoring/reshoring, concorrenza globale), alle sfide di approvvigionamento energetico e di materie prime che ricadono direttamente sul risultato d’impresa.
Pur avendo dimostrato una grande capacità e resilienza nel prevedere e gestire con prontezza le molteplici difficoltà che il contesto politico economico nazionale ed internazionale hanno negli anni determinato, le aziende del polo sembrano oggi necessitare di un supporto maggiore del passato nel ‘fare sistema’, non solo tra di loro ma anche e specialmente con le istituzioni ed in particolare con quelle sul territorio, sia pubbliche che private.

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