Tg Politico Parlamentare, edizione del 28 novembre 2022

ISCHIA, SCONTRO TRA GOVERNO E SINDACI

La luna di miele tra il governo e i sindaci è durata solo quattro giorni. La premier Giorgia Meloni aveva riscosso una standing ovation all’assemblea dell’Anci, promettendo di voler cambiare la legge sull’abuso d’ufficio, ma dopo l’uscita del ministro Gilberto Pichetto Fratin su Ischia i rapporti tra i primi cittadini e il governo sono tesi. Lo scontro è sull’abusivismo edilizio nell’isola e la mancanza di controlli efficaci. “In galera il sindaco e chi lascia costruire”, dice il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. All’esponente di Forza Italia risponde Matteo Salvini. Il leghista i sindaci vuole proteggerli, liberandoli dalla burocrazia. Il presidente dell’Anci Antonio Decaro attacca Pichetto e chiede le sue scuse: “Le sue parole – dice – sono inaccettabili”.

ISCHIA, IL CONDONO FU VOTATO ANCHE DA LEGA E FDI

Il condono edilizio di Ischia, contenuto nel decreto sul ponte Morandi, al centro delle polemiche di queste ore, porta la firma anche di Lega e Fratelli d’Italia. La sua conversione in legge, avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 ottobre del 2018 ha visto infatti i voti favorevoli, oltre che del Movimento 5 Stelle anche di Lega e Fdi. Un’approvazione non priva di scontri e tensioni: l’Aula della Camera bocciò infatti tutti gli emendamenti all’articolo 25 del decreto, la norma che prevedeva il condono per i comuni di Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017. Il Partito democratico accusò il governo gialloverde di voler sfruttare la tragedia del Ponte Morandi per portare a termine il condono sull’isola campana.

SINDACATI CONTRO MANOVRA, SCIOPERO VICINO

“La manovra è sbagliata ed è necessaria una mobilitazione nel Paese per cambiarla”. Il leader della Cgil Maurizio Landini invita Cisl e Uil a reagire alla legge di bilancio targata Meloni. Il segretario della Cisl Luigi Sbarra invita a “evitare fughe in avanti e iniziative precipitose”. Il leader di Via Po vuole stare al tavolo con il governo per ottenere miglioramenti al testo nel corso dell’iter parlamentare. In particolare chiede che “tutte le pensioni siano rivalutate perché c’è un ceto medio che sta scivolando verso la povertà”. Infine il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri sottolinea che in manovra “non ci sono risposte per lavoratori e pensionati”.

OPZIONE DONNA, IN PENSIONE A 60 ANNI

Cambia Opzione donna. Nel 2023 le donne con 35 anni di contributi potranno andare in pensione a 60 anni con un assegno calcolato interamente con il contributivo. Viene introdotta una finestra a 59 anni riservata a chi ha un figlio, e una a 58 anni per chi ne ha due. Nell’ultima bozza della manovra il governo inserisce anche altri paletti per le donne. Potranno beneficiare di Opzione donna solo le lavoratrici che assistono come caregiver il coniuge o un parente da almeno sei mesi; oppure se sono portatrici di handicap al 74% o se dipendenti di aziende in crisi. I nuovi requisiti consentiranno dunque a un numero minore di impiegate di andare in pensione anticipatamente rispetto agli anni scorsi, quando Opzione donna prevedeva l’uscita a 58 anni per le dipendenti e a 59 per le autonome

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