Investimenti e bilanci, corsa finale ai bonus.

Iperammortamento a caccia di ordini e acconti entro fine anno. Per sfruttare il termine del 30 settembre 2018 (e in attesa dell’ulteriore proroga che si potrebbe materializzare in legge di bilancio), occorre che entro il 31 dicembre 2017, l’impresa abbia ottenuto la conferma dell’ordine d’acquisto dal fornitore e abbia corrisposto un acconto almeno del 20 per cento. Ultimi mesi dell’esercizio 2017 dedicati alle operazioni necessarie ad usufruire degli sconti fiscali previsti per le imprese. L’incentivo di maggiore portata è certamente il cosiddetto iperammortamento del 250 per cento. Le imprese, per investimenti in particolari beni nuovi compresi nella tabella A allegata alla legge di bilancio 2017, che vengano poi interconnessi con la rete aziendale, potranno dedurre nella dichiarazione dei redditi, oltre alle quote di ammortamento imputate in bilancio (pari, negli anni, al 100% del costo) una maggiorazione pari complessivamente al 150% del costo sostenuto. La deduzione rileva solo per l’Ires (la cui aliquota, dal 2017, è del 24%), sicché le minori imposte procurate dall’investimento iper-ammortizzabile sono pari al 36% del costo (che si aggiunge al 24% già risparmiato con la deduzione ordinaria, per un totale del 60%). La tempistica dell’iperammortamento è estremamente rigida. Gli investimenti devono essere realizzati tra l 1° gennaio e il 31 dicembre 2017 (conta, a questo fine, la data di consegna o spedizione per gli acquisti ordinari, o l’ultimazione per le opere in appalto). Qualora però, entro fine 2017, si sia effettuato l’ordine (confermato dal fornitore) o stipulato il contratto di appalto, e sia pagato un acconto almeno del 20% del costo complessivo, l’incentivo spetta anche per investimenti completati entro il 30 settembre 2018. L’iperdeduzione richiede che il bene sia entrato in funzione; è inoltre necessario che sia realizzato l’ulteriore requisito della interconnessione. Requisito che però può giungere anche dopo il 30 settembre 2018, senza che ciò faccia perdere (ma solo ritardare) la fruizione del beneficio. I beni nuovi che non rientrano nell’iperammortamento possono generalmente fruire del superammortamento al 140 percento.Anche in questo caso occorre completare l’investimento entro fine 2017, oppure, in presenza di ordine e acconto del 20% entro il 31 dicembre, al più tardi il 30 giugno del prossimo anno (anche su questa data si attende di capire se arriverà una proroga in manovra). Anche per il 2017, le imprese possono poi contare sul credito di imposta previsto per chi sostiene costi da attività di ricerca e sviluppo (ReS). L’incentivo è stato ampliato dalla legge di bilancio 2017 che lo ha esteso a tutto il 2020, elevando da 5 a 20 milioni l’importo massimo fruibile e uniformando al 50% la percentuale da applicare ai costi per il calcolo del bonus. I diversi interventi correttivi attuati dal legislatore negli ultimi mesi hanno invece fatto perdere gran parte del suo appeal all’agevolazione Ace, che, per il 2017, consentirà una deduzione pari all’1,6% degli incrementi di patrimonio netto realizzati dal 2011. Considerando l’aliquota Ires del 24%,1’Ace genera ora un risparmio fiscale di appena lo 0,384% (3.840 euro ogni milione) delle ricapitalizzazioni effettuate. In vista della chiusura dell’anno, è infine opportuno dedicare un po’ di attenzione a un’adeguata formalizzazione delle operazioni che consentono la deduzione di costi dal reddito di impresa. Il recente Dm 3 agosto 2017 ha allineato i criteri temporali del fisco alla “competenza” prevista dai principi contabili, facendo però salve le deroghe basate sul criterio di cassa I compensi agli amministratori e gli oneri fiscali e associativi richiedono dunque ancora il pagamento, per poter essere dedotti. Si apre invece una finestra per dedurre per competenza costi che riguardano il 2017, ma diventano definitivi solo nei primi mesi del 2018.

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