La road map di Sacconi in vista delle riforme

Marco Cirillo

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi l’aveva promesso ed è stato di parola: sarà un tavolo tecnico congiunto ministero del Lavoro-Casse di previdenza a traghettare gli enti autonomi dei professionisti nella nuova era, quella in cui la sostenibilità finanziaria andrà di pari passo con l’adeguatezza delle prestazioni. Una decisione che era nell’aria da qualche mese e con la quale il governo deciderà – tramite anche un’apposita direttiva – su quali strumenti gli enti devono investire.

La decisione è stata presa dopo un incontro del ministro Sacconi con i vertici della Casse di previdenza privatizzate. Grazie anche a questa scelta, il ministero del Lavoro potrà cercare di “mettere le casse sul giusto binario”, soprattutto dopo che un documento del nucleo di valutazione della spesa previdenziale ha rilevato il precario equilibrio di alcuni enti (ma i ragionieri non sono direttamente interessati). Il documento riservato, infatti, rileva che alcuni istituti non avrebbero la sostenibilità a 30 anni richiesta dalla Finanziaria 2007. Una situazione, quest’ultima, che – come scritto anche dai principali quotidiani di economia italiani – esporrebbe gli istituti al rischio commissariamento, così come previsto dal comma 4 dell’articolo 2 del dlgs 509/94 (la legge che ha privatizzato le casse) anche se – come già detto – alcuni enti sono ritenuti “fuori pericolo”.

Qualche presidente comunque non ha digerito la scelta del ministro e ha denunciato il fatto che i ministeri vigilanti tengono nel cassetto, senza approvarle, quelle riforme presentate in certi casi oltre un anno e mezzo fa e che sono vitali per la sopravvivenza. I correttivi proposti, non a caso, permetterebbero a tutti gli enti di poter garantire prestazioni per almeno tre decenni come vuole la norma. Dal canto suo, il ministro Sacconi ha smentito “qualsiasi possibilità di un immediato commissariamento” secondo le indicazioni fornitegli sia dal nucleo di valutazione sulla spesa pensionistica né dalla direzione generale del ministero.

Ma non si è parlato solo di sostenibilità a lungo termine. Tante altre problematiche sono finite, infatti, al centro dell’incontro, al quale hanno partecipato anche Giovanni Geroldi, direttore generale per le politiche previdenziali, Lucrezio Monticelli, capo di gabinetto e Alberto Brambilla, presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale, oltre ad una nutrita schiera di presidenti di casse, tra cui il numero uno della Cnpr Paolo Saltarelli. C’è da valutare, ad esempio, l’annosa questione della doppia tassazione (sugli investimenti delle casse e sulle prestazioni erogate), anche se vista la difficile congiuntura economica la questione sarà rimandata a tempi migliori. Ma il ministero tiene duro, perché vuol vederci chiaro su cosa accade dentro alcuni enti. Va quindi studiato un modo per armonizzare la stesura dei bilanci di esercizio per poterli così comparare. Ancora, con una direttiva il ministero del lavoro definirà i criteri di rischio degli investimenti. Infine, la questione vigilanza e controlli. Le casse, per il ministero di via Flavia, è l’unico settore in Italia privo un organismo specifico di controllo.

In ogni caso, è giusto evidenziare che non c’è alcun rischio di commissariamento dietro l’angolo per le casse di previdenza dei professionisti. Nei prossimi mesi, il confronto tecnico servirà per completare la verifica sui bilanci e trovare le soluzioni per garantirne tenuta e trasparenza: dall’armonizzazione dei principi contabili alla valutazione “di criteri condivisi che possano tradursi in una direttiva sulla rischiosità degli investimenti” ha spiegato il ministro, fino a considerare l’aumento della contribuzione integrativa “se necessario ai fini della sostenibilità”. Un riflettore verrà acceso anche sulle gestioni patrimoniali, con particolare attenzione ai profili fiscali: “Si tratta di gestioni privatizzate – ha ricordato Sacconi – ma riguardano pur sempre funzioni di pubblico interesse e che sono sostenute da contribuzioni obbligatorie”. Il ministro ha escluso situazioni di emergenza ma ha anche detto che nel lungo periodo ci possono essere categorie in cui il rapporto tra iscritti attivi e pensionati diventa critico “e questo – ha aggiunto – potrebbe sollecitare processi di aggregazione in parte già avviati”.

Il tavolo tecnico di confronto piace a Paolo Saltarelli, che condivide e sottolinea che “va comunque mantenuta e riconosciuta la differenza delle casse”. Per quanto riguarda le riforme in attesa di approvazione, secondo Saltarelli, “c’è la volontà di chiudere in fretta le pendenza e ci aspettiamo che la questione sia risolta prima che venga istituito il tavolo tecnico”. Il numero uno della Cassa dei ragionieri apprezza anche la proposta del ministro di armonizzare la compilazione dei bilanci. E ritiene che individuare criteri condivisi sugli investimenti introduca nel sistema “un nuovo modo di pensare e di agire”. Altri presidenti di enti pensionistici-assistenziali hanno rimarcato che “dovrà partire prima il tavolo tecnico, anche se bisogna aspettare il ministero dell’Economia, ora impegnato con la Finanziaria 2010”.

Il ministro Sacconi ha infine sollevato la questione della mancanza di un’autority per le casse private: su questo punto nessuno tra i presidenti si dice contrario a patto che non si aggiunga ai numerosi controlli cui già sono sottoposte le casse (Corte di conti, ministeri, commissione parlamentare bicamerale).

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