Harakiri sulla riforma Fornero. Il legislatore, pentito, ha partorito almeno 13 piccole riforme per consentire di aggirare gli effetti della manovra del 2011, a cominciare dall’innalzamento dell’etĂ di pensionamento. Gli <<esodati>>, per esempio: otto salvaguardie in soli cinque anni, per un salvacondotto di pensionamento anticipato a favore di circa 200 mila lavoratori (a luglio, per le pensioni liquidate, erano poco piĂč di 111 mila). Quello degli esodati Ăš l’antidoto per eccellenza alla riforma Fornero che, per antonomasia, Ăš la riforma ritenuta piĂč dolorosa per i lavoratori in termini di peggioramento delle condizioni di uscita dal lavoro. In realtĂ anche le piĂč recenti misure, quale l’Ape sociale e l’Ape volontaria, o meno recenti, quale il part-time agevolato, l’opzione donna, l’isopensione e le deroghe per usuranti e amianto rappresentano altrettanti espedienti per sfuggire alla tagliola della riforma del 2011 e anticipare il riposo. L’Inps, dal 2012, ha contato 252.781 lavoratori che, avvalendosi delle misure di esodati, opzione donna e derogati dalla Fornero, sono riusciti a mettersi prima in pensione. Ore decisive per nuovi ritocchi. II confronto in corso tra governo e sindacati verte sulla necessitĂ di introdurre nuove deroghe sul pensionamento. Punto controverso Ăš l’innalzamento automatico dell’etĂ pensionabile alla speranza di vita, che dovrebbe scattare nel 2019. I sindacati ne chiedono il congelamento, o almeno un ammorbidimento, perchĂ© l’Italia Ăš uno dei paesi in cui l’etĂ per la pensione Ăš tra le piĂč alte al mondo e poi anche perchĂ© l’andamento demografico degli ultimi anni non Ăš piĂč lineare come il passato. Nel 2015 la vita media si Ăš ridotta a 82,3 anni rispetto agli 82,6 anni dell’anno precedente. Altro argomento di confronto Ăš l’opzione donna. Il governo vorrebbe riconoscere la riduzione di due anni (con uno sconto di sei mesi per figlio) dei requisiti contributivi alle lavoratrici che accedono all’Ape sociale; i sindacati, invece, vorrebbero che il beneficio non fosse limitato ad alcune categorie di donne svantaggiate, ma riguardasse tutte le lavoratrici. Questi argomenti si aggiungono agli impegni giĂ assunti dal governo l’anno scorso. Infatti, venne concordato con i sindacati un ulteriore intervento sulla riforma Fornero da attuare nel corso di quest’anno (la Fase 2), con particolare attenzione a una revisione del sistema contributivo cui sono soggetti i giovani entrati nel mondo del lavoro dopo il 1995. Altre misure della Fase 2 riguardavano: introduzione della <<pensione minima di garanzia>>; revisione del limite minimo d’importo per la pensione anticipata (pari a 2,8 volte l’assegno sociale, cioĂš 16.330 euro); diversificazione dell’adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita; separazione fra previdenza e assistenza; ritorno alla rivalutazione delle pensioni per fasce dal 2019. Come sempre, il capitolo piĂč spinoso Ăš quello delle coperture. Qualcosa di piĂč certo, pertanto, si saprĂ solo dopo il 20 settembre, data in cui verrĂ presentata la nota di aggiornamento del Dei; in cui ci sarĂ una prima risposta al quesito delle risorse disponibili.
Fonte: ItaliaOggi