Stop all’Ape volontaria per chi è cattivo pagatore. II prestito potrà essere saldato in anticipo. Ok alla retroattività.

Non potranno chiederla i cattivi pagatori mentre chi ha maturato i requisiti già a partire dal primo maggio può, su base volontaria, chiedere la retroattività. Sono solo alcune delle precisazioni contenute nel decreto attuativo sull’Ape volontaria approvato dal governo lo scorso 4 settembre e ora pronto a essere pubblicato in Gazzetta ufficiale. Nel testo, però, oltre ad alcune puntualizzazioni non mancano novità, a cominciare dal capitolo legato alla restituzione del debito in cui si precisa che le rate di ammortamento nel corso dell’anno saranno 12 e non 13, per cui la tredicesima sarà incassata senza “penalità“. Il decreto, inoltre, precisa che essendo a tutti gli effetti un prestito bancario, non potranno aderire i cosiddetti cattivi pagatori iscritti, ad esempio, nella centrale di allarme interbancaria. Le regole In generale, il meccanismo che regolerà l’accesso all’Anticipo pensionistico volontario è stato ampiamente conanni la contribuzione necessaria per richiedere l’anticipo fermato. Potranno chiedere l’Ape i lavoratori dipendenti (non i liberi professionisti iscritti a un albo), gli autonomi e chi è iscritto nelle gestioni sostitutive ed esclusive dell’Ago (Assicurazione generale obbligatoria) che hanno raggiunto i 63 anni di età, totalizzato 20 anni di contribuzione e che si trovano al massimo a tre anni e sette mesi dalla pensione di vecchiaia. Insieme alla richiesta di Ape, va presentata anche la domanda di pensione di vecchiaia che, nel momento in cui si realizza il contratto, non potrà più essere revocata. Prestito e assicurazione Per evitare che il “debito” si scarichi sugli eredi del pensionato in caso di decesso, viene stipulata un’assicurazione a garanzia della somma da restituire. Complessivamente, il prestito avrà una durata minima di 6 mesi e una massima di 43 (3 anni e 7 mesi) e l’importo che potrà essere richiesto varia da un minimo di 150 euro fino a un massimo compreso tra il 75 e il 90% della pensione che si matura. Durante la fase dell’anticipo, sarà erogato un assegno al mese per dodici mensilità che sarà esente da imposizione fiscale. Estinguere in anticipo Per come è stata ideata, la misura prevede la possibilità di estinguere in anticipo il debito sia in maniera parziale che totale. Chi ne fa richiesta, riceverà dalla banca finanziaria l’importo da restituire che andrà versato in una sola rata entro trenta giorni dall’invio della comunicazione da parte dell’istituto di credito. Ovviamente, l’estinzione totale anticipata dà diritto anche al rimborso di quella parte di polizza non goduta. Se invece si opta per l’estinzione parziale, la banca o l’ente finanziatore comunica all’Inps il nuovo piano di ammortamento.

Fonte: Il Secolo XIX

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