In piazza per l’equo compenso

Una manifestazione congiunta tra il Comitato unitario delle professioni e la Rete delle professioni tecniche in programma il prossimo 30 novembre a Roma per sostenere la necessità di approvare al più presto il disegno di legge sull’equo compenso per i professionisti (ddl 2858 in corso di esame in commissione lavoro al Senato). E’ quanto annunciato da una nota emessa ieri dal Cup insieme alla Rete professioni. Nella stessa nota, viene affermato come l’equo compenso non ha nulla a che vedere con la reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie e, quindi, non è necessaria una notifica alla commissione europea preventiva alla approvazione del disegno di legge. La precisazione in merito alle tariffe minime è dovuta alle presunte criticità evidenziate dal dipartimento delle politiche europee della Presidenza del consiglio dei ministri, secondo cui l’istituzione dell’equo compenso è equiparabile alla reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie, per la cui approvazione sarebbe necessario un parere preventivo da parte della commissione europea. Secondo quanto si legge nella nota congiunta: «l’obbligo di comunicazione è previsto dalla direttiva Bolkestein all’art. 15, comma 7 e i casi che richiedono la notifica sono indicati tassativamente: tra questi c’è l’istituzione di tariffe minime obbligatorie. Perb», continua il comunicato, «il ddl in discussione non prevede affatto tariffe minime ma una presunzione giuridica per cui i compensi inferiori a quelli fissati da parametri ministeriali sono iniqui. Dato che i parametri ministeriali sono fonti statali e non possono, quindi, essere qualificati come intese restrittive della concorrenza, l’obbligo di previa notifica alla commissione non sussiste affatto». Alla luce di questo e della recente sentenza del Consiglio di stato (n. 4614/2017) che «di fatto legittima gli enti pubblici a promuovere bandi senza compensi per il professionista», il Cup presieduto da Marina Calderone e la Rete presieduta da Armando Zambrano hanno dato appuntamento a tutti i consigli nazionali aderenti per il 30 novembre a Roma, dove avrà luogo una manifestazione per l’approvazione del ddl. Sulla scia della sentenza del Consiglio di stato, venerdì scorso il presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano (Pd) ha presentato una proposta di legge sull’equo compenso che, a differenza di quella in discussione al Senato, prevede il coinvolgimento anche delle professioni non ordinistiche. «Quando assistiamo a bandi di gara di alcuni comuni, restiamo senza parole», il giudizio di Damiano, che aggiunge, «A Piana degli albanesi pare che il lavoro degli assistenti sociali sia stato valutato un euro. Stessa cosa al comune di Catanzaro per il piano urbanistico. Siamo arrivati al lavoro gratuito nella pubblica amministrazione». Nonostante la presunta convergenza politica che si è sviluppata in queste settimane sul tema, le opportunità di vedere approvato il provvedimento in tutte e due le camere prima della fine della legislatura non appare affatto semplice. A lanciare l’allarme è l’onorevole Enzo Garofalo (Ap) che, contattato da ItaliaOggi, ha espresso tutte le sue perplessità sull’approvazione del ddl prima delle elezioni, pur condividendone la necessità e l’importanza. «Sarà difficile, a mio parere, vedere approvato definitivamente il ddl dato che tra poco inizierà la discussione per la legge di bilancio che monopolizzerà l’intera attività parlamentare. Comunque, un tema del genere non si esaurisce in una legislatura: il prossimo Parlamento potrà lavorare su questa base per provvedere all’approvazione di una legge che garantisca l’equo compenso per i professionisti». Garofalo ha poi espresso il suo giudizio in merito alla sentenza del Consiglio di stato, che dichiarava legittimo il compenso di un euro per la realizzazione del piano strutturale del comune di Catanzaro. Secondo Garofalo: «La sentenza è abbastanza folle. Oltre a non essere rispettosa verso i professionisti che si interfacciano con la pubblica amministrazione, pone un ingombrante precedente; ci si potrebbe trovare anche nella situazione in cui la Corte dei conti contesti il pagamento di un compenso ad un’amministrazione che si avvalga di un professionista, visto il compenso gratuito del caso Catanzaro. In questo contesto, io e il mio partito ci assumiamo l’impegno ad accelerare l’iter di approvazione della legge».

ItaliaOggi

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