II rapporto tra Casse di previdenza dei professionisti e welfare è giĂ al secondo stadio. Il primo è quello che si è sviluppato nel recente passato, soprattutto per aiutare gli iscritti a far fronte alle difficoltĂ derivanti dalla crisi economica. Un dato su tutti: in dieci anni il reddito medio è calato del 20 per cento. PiĂą di una Cassa ha fronteggiato la situazione riconoscendo condizioni agevolate di contribuzione per chi si è trovato in determinate situazioni. Ad esempio i giovani, per i quali l’ingresso nel settore sta diventando particolarmente complicato per eccesso di concorrenza e compensi al ribasso. Ma alcune sono giĂ andate oltre, passando al welfare attivo che, oltre a tamponare le difficoltĂ , mira a favorire un maggior sviluppo dell’attivitĂ professionale, che significa poi crescita dei redditi. Ecco quindi che sono state messe a punto facilitazioni per chi apre uno studio professionale, piuttosto che per chi investe sulla formazione o l’informatizzazione, ma anche estensione della copertura sanitaria. E poi sostegno ai neogenitori, in modo che non siano costretti a scegliere tra famiglia e lavoro ma possano contare su una continuitĂ reddituale. Le Casse di previdenza riunite nell’Adepp, l’associazione di settore, erogano giĂ ogni anno 500 milioni di euro in welfare. Importo e campo d’azione che nel futuro sono destinati ad ampliarsi, anche per effetto di quanto contenuto nel Jobs act degli autonomi. All’articolo 6, la legge 81/2017 in vigore da metĂ giugno contiene una delega con cui il Governo è chiamato a consentire alle Casse di attivare, oltre a prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario, anche altri interventi sociali finanziati da apposita contribuzione, volti a sostenere in particolare chi ha avuto un forte riduzione del reddito per motivi esterni alla sua volontĂ o che ha contratto gravi malattie.
Fonte: Il Sole 24 Ore