Commercialisti, nuovo stop alle specializzazioni

Le specializzazioni dei commercialisti (tassello caldeggiato dal Consiglio nazionale nel quadro della revisione dell’ordinamento professionale, disciplinato dal decreto legislativo 139/2005) perdono l’ultimo «treno» della legislatura: l’emendamento alla manovra economica per introdurre la modifica non ha superato ieri il vaglio della commissione bilancio della camera. E, nelle ore in cui sfumava il restyling nelle stanze di Montecitorio, a Villafranca di Verona veniva celebrato (su iniziativa dell’Anc, Associazione nazionale commercialisti) il decennale dell’istituzione dell’albo unico in cui confluirono dottori commercialisti e ragionieri, con gli allora presidenti degli Ordini che se ne fecero promotori: Claudio Siciliotti e William Santorelli. Un percorso ineludibile quello che portò alla costituzione, dal 1 gennaio 2008, del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) che conta ora circa 118.000 iscritti, hanno sottolineato, ma anche «coraggioso» perché non mancarono diffidenze e critiche di parte della categoria. Nessun rimpianto, comunque, per i protagonisti di quella stagione, nella consapevolezza, ha detto Siciliotti rievocando lo slogan dell’assise del novembre del 2009 nella Capitale, che i commercialisti sono, oggi come allora, «utili al paese», disposti a rivendicare un ruolo sociale e a partecipare alle scelte politiche; oggi, però, «si è dovuta addirittura approvare una norma per stabilire che al professionista va pagato un equo compenso commisurato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto», si è rammaricato l’ex numero uno del Cndcec. Alla ricercatrice dell’università di Bologna Alessandra Cantagalli, al consigliere dell’Anc Salvatore Geraci e al presidente dell’Istituto per il diritto societario Paolo Moretti è spettato, poi, il compito di rievocare le tappe salienti della storia della categoria (dal fondatore della ragioneria Fra Luca Bartolomeo de Pacioli, morto nel 1517, alla nascita dell’università Bocconi di Milano nel 1920). Esperienza da celebrare, quella del decennale, infine, per il presidente dell’Anc Marco Cuchel che ha ribadito, a proposito della specializzazioni escluse dalla manovra, che «non son stati i sindacati a osteggiarne il cammino».

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