Neanche il tempo di chiudere la partita con l’approvazione definitiva ieri alla Camera del Dl fiscale che l’equo compenso si prepara già a un primo restyling. Ad annunciare modifiche al testo appena licenziato dal Parlamento è stato il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Francesco Boccia (Pd), durante la manifestazione proprio sull’equo compenso organizzata a Roma dal Comitato unitario delle professioni (Cup) e dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt). Intanto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, annuncia l’intenzione di rispondere ai rilievi mossi dall’Antitrust (si veda Il Sole 24 Ore del 28 novembre) con «un’articolata lettera» per spiegare che lo strumento «non contrasta con un mercato libero e trasparente ma evita squilibri e distorsioni». Sullastessa linea il presidente dei commercialisti Massimo Miani, che nel sottolineare l’importanza della norma ha chiesto di estenderla «a tutte le funzioni di interesse pubblico» tra cui «il collegio sindacale». E per Andrea Mascherin del Consiglio nazionale forense (Cnf) è «un’inversione di tendenza dopo anni di mortificazioni». II ritocco principale annunciato da Boccia punta a rafforzare il collegamento tra equo compenso e i parametri ministeriali per renderli un criterio di riferimento non semplicemente facoltativo ma vincolante. Ma non è l’unico correttivo: «Siamo al lavoro – aggiunge Boccia – sull’emendamento che presenteremo nel passaggio alla Camera del Ddl di bilancio. Cercheremo anche di chiarire che la norma si applica sempre alla Pa». Sul fronte degli organizzatori della manifestazione di ieri, Marina Calderone presidente del Cup ha spiegato che «l’equo compenso è il riconoscimento del valore sociale ed economico della prestazione professionale» e Armando Zambrano alla guida della Rpt ha rimarcato che «parte un nuovo modo di fare professione ma anche rappresentanza».Le due sigle, infatti, hanno dato il via all’alleanza chiamata «Professionisti per l’Italia». Del resto, i professionisti sono sempre più «qualificati consiglieri per le soluzioni ai problemi attuali» come ha fatto notare il presidente del Consiglio nazionale degli attuari Giampaolo Crenca nel presentare l’anteprima del rapporto Cup/Cresme sul lavoro autonomo. Negli ultimi dieci anni gli iscritti agli Albi sono progressivamente aumentati passando da 1,6 a 2,3 milioni. Tra le professioni aderenti al Cup cresce l’incidenza dei giovani (il 31% è under 40). Alla manifestazione forte la presenza della politica. Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), ha sollecitato un atto interpretativo per «rendere certo che l’equo compenso si applica a tutti i professionisti, a tutti i committenti e a tutte le attività». Da Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera, critiche all’Antitrust: «La concorrenza di cui stiamo parlando è malata, spero che l’Antitrust si occupi degli appalti al massimo ribasso». Critico anche Maurizio Gasparri (Forza Italia): «La rapidità dell’Authority in questo caso è stata sorprendente». Per Luigi Di Maio (MSS) bisogna «stare attenti alla formulazione della norma» per i termini stringenti. La responsabile lavoro del Pd, Chiara Gribaudo, in un ordine del giorno approvato ieri dalla Camera, ha impegnato il Governo ad aggiornare i decreti sui parametri convocando il Tavolo di confronto previsto dal Jobs act autonomi.
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