Semplificazioni, solo promesse

Gfunto alla sua XIV edizione, il Convegno nazionale «Obiettivo Futuro: Professioni, Politica e Istituzioni a confronto per la tutela del cittadino» rappresenta uno spazio ideale per un dialogo a tutto campo sui temi che stanno a cuore a tutti i professionisti economici. Con il patrocinio, tra gli altri, del Senato della repubblica, della Camera dei deputati e della Presidenza del consiglio dei ministri, il convegno, i cui lavori si svolgeranno presso l’Auditorium Concorde dell’Hotel Galilei di Pisa, può contare su un programma nutrito e sulla presenza di relatori di primo piano. L’evento, la cui partecipazione è gratuita, è valido ai fini della formazione professionale degli iscritti all’Ordine dei consulenti del lavoro, all’Ordine degli avvocati ed è in corso di validazione l’accreditamento per la formazione degli iscritti all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Nell’arco dell’intera giornata, i lavori, articolati in diverse tavole rotonde, tratteranno alcuni dei principali argomenti d’interesse per il comparto: il futuro delle professioni tra prospettive e strategie, la privacy e le novità dal 2018, il rapporto fisco-contribuente, le ultime novità fiscali. Inoltre, considerata anche la positiva esperienza della passata edizione, il programma dei lavori presenta nuovamente uno spazio di confronto della categoria con il Ministero dell’economia e delle finanze Le diverse tavole rotonde che si susseguiranno nel corso della giornata tratteranno i principali argomenti di interesse per i commercialisti. A partire dal loro futuro, tra formazione e specializzazioni, sul quale interverrà anche il presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri, Luigi Pagliuca e l’Agenzia delle entrate. Alla prima tavola rotonda, dedicata al futuro delle professioni, parteciperà anche il presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri, Luigi Pagliuca. A spiegare i temi del convegno è il presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, Marco Cuchel.

Presidente Cuchel, un anno fa avete proclamato la prima mobilitazione nazionale dei commercialisti. Cosa è cambiato nel rapporto con il governo?

La prima mobilitazione del 14 dicembre 2016 ha avuto una rilevanza storica per la nostra categoria tanto da farle seguire nel gennaio di quest’anno la proclamazione della prima astensione collettiva da parte delle Associazioni sindacali firmatarie del codice di autoregolamentazione. A seguito di alcune aperture ricevute dal Governo, oltre al nostro senso di responsabilità, è seguita la decisione di revocare l’astensione. Esiste inevitabilmente una certa delusione nei confronti del Governo poiché quanto promesso sul piano della semplificazione degli adempimenti e della razionalizzazione del calendario fiscale è rimasto fino ad oggi disatteso. C’è comunque da registrare come dato sicuramente positivo l’apertura con il MEF di un canale di dialogo e confronto che mai prima le Associazioni avevano avuto. Da una parte si è lavorato molto per poter avere un’interlocuzione attraverso la quale rappresentare, a livello istituzionale, le istanze e le proposte della categoria, dall’altra dobbiamo prendere atto che per riuscire ad ottenere concretamente dei risultati c’è ancora molta strada da percorrere.

Che fine hanno fatto le indicazioni che avevate fornito per una semplificazione fiscale?

Le Associazioni hanno presentato, in più occasioni di incontro, documenti con proposte di semplificazione degli adempimenti e di riforma del calendario fiscale e, fino ad oggi, purtroppo, si tratta di proposte e suggerimenti che non hanno trovato accoglimento da parte del governo. Le soluzioni che sono state proposte sono finalizzate ad avere un sistema fiscale migliore e quindi sono tutte nell’interesse della collettività, ragione per la quale ci auguriamo che il governo, sia attuale sia futuro, decida di prenderle in seria considerazione.

Quindi oggi cosa chiedete a governo e parlamento che sono alle battute finali?

In primis una vera riforma fiscale e poi anche l’impegno a costruire le basi per un nuovo rapporto cittadini-fisco. Da questi due aspetti, che sono evidentemente tra loro legati, non si può prescindere se si vuole avere per il Paese un fisco che sia efficiente, equo e trasparente. In particolare, l’ANC ha sempre posto l’accento sull’importanza dell’equilibrio nel rapporto tra l’Amministrazione Finanziaria e i cittadini contribuenti e del ruolo che, in tal senso, riveste lo Statuto del Contribuente che dovrebbe, a nostro giudizio, essere elevato a norma di rango costituzionale.

Recentemente si parla con insistenza di flat tax, cosa ne pensa?

Puntualmente, quando è tempo di elezioni, torna in primo piano il tema dell’aliquota unica, la cui entità ogni volta cambia, e dunque il sospetto che sia una proposta da campagna elettorale esiste. Diverso sarebbe poter valutare un concreto progetto che, tenendo conto del dettato costituzionale della progressività delle imposte, preveda opportunamente dei meccanismi di detrazione/deduzione in grado di salvaguardare il principio dell’equità fiscale e la tutela delle fasce più deboli.

Recentemente Anc ha lanciato l’allarme sul Fisco che introduce la fatturazione elettronica tra privati dal 2019…

Sulla fatturazione elettronica abbiamo voluto evidenziare le difficoltà che il nuovo obbligo comporterà alle piccole e medie imprese, costrette ad affrontare ulteriori costi. Per tale ragione crediamo che nel settore privato essa dovrebbe restare facoltativa e che si dovrebbe prevedere per l’obbligatorietà una tempo maggiore. In merito alla possibilità della dichiarazione precompilata anche per iva e redditi, con particolare riferimento a quest’ultima, se consideriamo le caratteristiche del funzionamento del nostro sistema fiscale oggi, appare una possibilità da fantascienza.

La professione di commercialista sta cambiando creando più opportunità ma anche causando difficoltà a chi ha svolto solo l’attività di contabilità…

Le trasformazioni della professione sicuramente colpiscono quanti si sono focalizzati in modo esclusivo sull’attività fiscale pura e le difficoltà per stare al passo con i cambiamenti possono essere notevoli. Le Associazioni di Categoria e il Consiglio Nazionale possono dare il loro contributo importante nel promuovere la formazione e l’aggiornamento dei colleghi. Sicuramente le specializzazioni, alle quali il Consiglio Nazionale guarda con particolare attenzione, sono una strada che si apre alla categoria per rispondere alla trasformazione della professione ma è pur vero che le specializzazioni non rappresentano l’unica soluzione possibile.

Le Casse di previdenza possono dare un sostegno ai professionisti in difficoltà e in che modo?

Il calo degli iscritti e la riduzione dei redditi professionali sono conseguenze frutto anche delle trasformazioni in atto della nostra professione, con le quali le casse previdenziali devono purtroppo fare i conti. Premesso che la loro priorità resta naturalmente la tutela delle prestazioni previdenziali, le casse possono avere anche un ruolo nel supportare gli iscritti nel limite delle risorse che le stesse possono destinare ad attività di questa natura. Un esempio è quello della cassa dei dottori commercialisti che ha deciso di riconoscere un contributo agli iscritti per attività di formazione su progetti di specializzazione.

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