Contribuenti e fisco, serve un’authority

L’obiettivo è chiaro: istituire un’Autorità di garanzia indipendente del contribuente. È una delle proposte avanzate dai commercialisti alla politica per la prossima legislatura. La funzione della nuova Authority dovrebbe essere la tutela del rispetto dei principi dello Statuto del contribuente finora quasi sistematicamente ignorati. «È arduo trovare nel nostro ordinamento una legge più disattesa dello Statuto dei diritti del contribuente — attacca il presidente dei dottori commercialisti Massimo Miani —. Questo non ha certo contribuito, negli anni, a creare quel clima di fiducia e di maggiore rispetto e collaborazione nel rapporto Fisco-contribuente in grado di garantire un più equo bilanciamento degli opposti interessi in gioco». La nuova autorità di garanzia, secondo i commercialisti, dovrebbe essere dotata di poteri sanzionatori e le dovrebbero inoltre essere affidate le competenze su gestione degli interpelli, adesione e mediazione, in modo da assicurare l’effettiva terzietà degli istituti. «La nostra esperienza maturata sul campo — continua Miani — ha messo in luce che uno degli aspetti più critici di tale rapporto è, senza dubbio, da ascrivere all’indiscutibile difetto di terzietà e al potenziale conflitto di interessi che ha sempre caratterizzato istituti che possiamo definire cruciali per consolidare un clima di fiducia e di collaborazione, quali il diritto di interpello, il procedimento di accertamento con adesione e la mediazione tributaria». Da qui la proposta di una Autorità indipendente di garanzia per il contribuente. Ma per rendere produttiva la collaborazione tra il Fisco e il mondo delle professioni, i commercialisti chiedono anche l’inclusione di rappresentanti di imprese e professionisti, a fianco di quelli delle istituzioni e del mondo accademico, nella commissione nominata dal ministro dell’Economia e delle Finanze per la stima dell’evasione fiscale. Per i commercialisti andrebbe istituita anche una commissione, con analoga composizione, per la stima dei costi per i contribuenti e benefici per l’Erario di ciascun adempimento fiscale vigente. Interlocutori ll terna dell’accreditamento della categoria al cospetto dell’Agenzia delle entrate è sempre più cruciale. Dopo essere usciti dal Cup (Coordinamento unitario delle professioni) per fondare un’associazione con notai e avvocati ed essere interlocutori privilegiati ai tavoli con governo e Agenzia delle Entrate, i commercialisti puntano a un dialogo privilegiato con le istituzioni sui terni del Fisco. Secondo le stime della Fondazione nazionale, attraverso il canale Entratel dell’Agenzia delle Entrate, i commercialisti trasmettono il 76% dei modelli relativi alle dichiarazioni dei redditi, un dato che sale al l’81% nel caso delle dichiarazioni delle società di capitale. Percentuali dalle quali si deduce che i commercialisti si occupano dell’assistenza contabile e fiscale di quasi 4 milioni di contribuenti tra imprese e professionisti. Del resto l’intero comparto, formato da tutti gli operatori degli studi professionali della categoria, compresi quelli impiegati nelle società di servizi e negli studi associati, ha un totale di addetti che supera le 370 mila unità. Numeri a sostegno di un cambio di passo e di peso politico richiesto dalla categoria.

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