I professionisti meritano ora un riconoscimento

Una recente ricerca di Rsg consulting, compiuta su un campione di 50 studi legali tra i più importanti al mondo, ha evidenziato che la professione forense è investita da un processo di innovazione che, nel giro di pochi anni, è destinato a modificare modalità operative, servizi offerti, approccio con i clienti. Driver fondamentale del cambiamento sarà la rivoluzione tecnologica. La stessa cosa sta già avvenendo per le altre professioni giuridico-economiche. Basti pensare agli sviluppi della fatturazione elettronica obbligatoria per tutti (la contabilità e dichiarazioni dei redditi precompilate per le piccole e medie imprese). Non solo. E di pochi giorni fa la notizia che Amazon è già disponibile a svolgere per conto dei sui clienti tutti gli adempimenti in materia di Iva. Nicola Danti, relatore alla risoluzione sulla regolamentazione dei servizi professionali, approvata a gennaio dal parlamento europeo, ha dichiarato che «ormai nel mondo si possono trovare online piattaforme che offrono servizi professionali da ogni parte del mondo, le barriere sono state abbattute». E quindi evidente che gli studi professionali tradizionali si troveranno sempre più a fronteggiare la concorrenza di strutture organizzate, in grado di abbattere i costi e i tempi fino a livelli per loro irraggiungibili. Per affrontare questo tsunami i vertici degli ordini professionali stanno spingendo su specializzazioni e sviluppo della capacità di lavorare in team. Solo così si possono sfruttare le enormi potenzialità messe a disposizione dalla rivoluzione informatica, evitando di rimanerne travolti. Ma è necessaria anche una presa di coscienza politica: sono i professionisti che hanno reso possibile negli ultimi anni, spesso gratuitamente, l’adeguamento tecnologico della pubblica amministrazione. Senza di loro non esisterebbero il processo telematico, l’anagrafe tributaria, il 730 precompilato, l’aggiornamento digitale del catasto e così via. E giunto il momento che questi sforzi (e quelli che saranno richiesti nei prossimi anni) vengano riconosciuti anche giuridicamente con l’attribuzione di un ruolo formale di ausiliari della p.a. Sarebbe il primo passo in avanti nell’efficienza della nostra macchina pubblica.

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