Ora per i professionisti ritorna la corvèe

Tornano le corvèe. Non si tratta più, come nel Medioevo, di giornate di lavoro non retribuite per la coltivazione dei terreni o la manutenzione delle strade. Si tratta questa volta di prestazioni intellettuali che determinate categorie di persone devono effettuare, gratuitamente o semigratuitamente, a favore dello Stato. Le richieste di corvèe si fanno sempre più numerose e articolate. Medici, dentisti, farmacisti devono trasmettere i dati relativi alle spese sanitarie detraibili nelle dichiarazioni dei redditi (730 precompilato). Banche e istituzioni finanziarie devono trasmettere all’anagrafe tributaria i dati relativi alle movimentazioni dei conti dei contribuenti. Gli intermediari immobiliari sono costretti a compilare e trasmettere una scheda di valutazione del rischio dei clienti. E così via. Si tratta di funzioni di interesse pubblico, spesso assai delicate, che la pubblica amministrazione non è in grado o non vuole svolgere e quindi delega ai professionisti o alle imprese. Siccome però non è nemmeno in grado o non vuole pagare il valore di questi servizi la delega è sempre più spesso gratis et amore dei. Così i lavoratori autonomi, che già hanno i loro bei problemi a far quadrare i conti dei propri studi, sono gravati da adempimenti fastidiosi e non retribuiti che svolgeranno, necessariamente, senza troppo entusiasmo, nel migliore dei casi. I risultati si possono facilmente immaginare: i dati trasmessi saranno pieni zeppi di errori dato che nessuno avrà tempo e voglia di ricontrollare con cura il lavoro fatto. Perché un semplice impiegato di un’agenzia immobiliare dovrebbe assumersi delle responsabilità ogni volta che avvia una transazione commerciale per compilare la scheda di valutazione che richiede capacità di analisi e sensibilità che metterebbero in difficoltà pure un notaio? E perché un commercialista dovrebbe trasmettere all’Agenzia delle entrate tutti i dati relativi alle migliaia o centinaia di migliaia di fatture emesse dai suoi clienti con la cura necessaria per evitare errori? Nessuno lo paga per questo. Infatti le comunicazioni antiriciclaggio sono poche e spesso inutilizzabile e l’anagrafe tributaria è piena zeppa di dati errati, tanto da destare il sospetto di essere quasi inservibile agli scopi cui era destinata. Quousque tandem?

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