Rimborsi Iva: l’Italia annaspa

Sono 52 le settimane necessarie per ottenere un rimborso Iva in Italia. Più di qualsiasi altro paese in Europa. 49 settimane in più rispetto al paese più rapido, l’Austria, che ne impiega 3, e quasi il doppio del secondo paese più lento, Malta, che ne impiega 28. A riportarlo è la commissione europea nel tax survey 2017, pubblicato martedì 10 aprile (si veda ItaliaOggi del 11/04/2018). Il dato emerge da un’analisi più strutturata che indica il cosiddetto «Post filing index», cioè l’indice che rileva gli aspetti riguardanti la fase seguente al pagamento delle imposte. L’indice rappresenta una novità nell’ambito del report di quest’anno. Come spiega la commissione europea, infatti, l’indice che registra la facilità con cui vengono pagate le imposte, non aveva mai rilevato i problemi riguardanti la fase successiva al versamento, ma solo quella precedente. L’introduzione di un indice di post dichiarazione va, quindi, a considerare, tra l’altro, le tempistiche per ottenere un rimborso Iva e il tempo, misurato in ore, necessario per completare la richiesta del rimborso. E per quanto riguarda questo aspetto, l’Italia, ancora una volta, registra tempi biblici rispetto agli altri paesi europei: 51 ore, dove in Irlanda ne bastano 2. Come spiega la commissione, i costi di conformità fiscale sono influenzati non solo dalla normativa fiscale, «ma anche dalla semplicità e rapidità con cui il contribuente si relaziona con l’autorità fiscale. Un’ampia offerta di servizi digitali, in particolare, le opportunità di completare pratiche online, possono ridurre i costi di conformità, rendendo l’amministrazione fiscale più efficiente e aumentando la compliance». In totale, in Italia, sono 250 le ore necessarie a un’impresa media per essere compliance negli adempimenti fiscali, riporta il report. Dato che, comunque, risulta in miglioramento rispetto al 2010, quando occorrevano 300 ore. In questo caso, l’Italia non conquista il podio per poco, dato che la Bulgaria registra un ammontare di 450 ore; a seguire l’Ungheria con 280 e la Polonia con 270.