Privacy soft per i singoli professionisti

Il nuovo regolamento europeo sulla privacy che entrerĂ  in vigore il 25 maggio non comporterĂ  conseguenze per i singoli professionisti e gli studi di piccole dimensioni. La rassicurazione Ăš stata data da Augusta Iannini, vicepresidente del Garante privacy, intervenendo ieri a un forum organizzato dalla Fondazione studi e dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Se invece lo studio professionale Ăš di grandi dimensioni e ha rapporti in ambito internazionale, si deve verificare se Ăš il caso di dotarsi di un data protection officer, tenuto conto dell’attivitĂ  svolta, mentre se il professionista opera come associato o in una societĂ  tra professionisti Ăš quest’ultimo soggetto a dover valutare quali misure adottare. Di certo c’Ăš che i consigli provinciali dell’Ordine dei consulenti del lavoro dovranno dotarsi di un Dpo, in quanto soggetti di diritto pubblico. Se sono di piccole dimensioni possono valutare di consorziarsi e scegliere un responsabile interno o esterno. Intanto il Parlamento ha calcolato quanto costerĂ  il decreto che deve coordinare il regolamento europeo con la normativa nazionale, provvedimento ora all’esame di Camere e Garante, in attesa di ritornare a Palazzo Chigi per il via libera definitivo. Il servizio Bilancio di Montecitorio e Palazzo Madama ha preso in considerazione le due norme del decreto che comportano nuovi esborsi: si tratta di quella sul funzionamento dell’ufficio del Garante della privacy e dell’altra sulle sanzioni. Nel primo caso si avrĂ  un maggior costo di oltre 3 milioni di euro a partire dal 2019 (quest’anno sarĂ  di 1,8 milioni, perchĂ© calcolato su sette mesi) a causa dell’adeguamento delle retribuzioni del personale a quelle dell’AutoritĂ  delle comunicazioni. Oggi, infatti, il personale del Garante della privacy (ad eccezione dei quattro componenti del collegio, che hanno compensi piĂč elevati, che restano invariati) percepiscono l’80% di quanto riconosciuto ai dipendenti dell’Agcom. Per quanto invece riguarda le sanzioni, il decreto prevede la definizione agevolata per i procedimenti sanzionatori aperti dal Garante alla data del 21 marzo scorso: la causa si risolve pagando i due quinti del minimo edittale previsto per la violazione. La stima Ăš di un incasso per lo Stato di 4,8 milioni di euro per circa 1.200 procedimenti pendenti, con una perdita di 7,3 milioni se si fosse mantenuta la sanzione piena.

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