Legge professionale al restyling

Ancora aperto il dibattito sulla riforma dell’ordinamento professionale proposta dal Cndcec. A più di dieci anni dall’entrata vigore del decreto legislativo che ha istituito l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, terminato il periodo transitorio, il Consiglio nazionale, preso atto dell’opportunità di intervenire su alcuni articoli della norma che in fase applicativa hanno richiesto dirimenti interventi interpretativi, ha promosso un «dibattito diffuso e democratico» tra tutti gli iscritti. Accanto agli interventi di manutenzione puramente tecnici, elaborati tenendo conto dell’esperienza maturata negli anni di vigenza dell’ordinamento professionale, dal Consiglio nazionale arriva anche il suggerimento di aprire una riflessione su temi di natura più politica che, in particolare, riguardano la rappresentanza della categoria, sia territoriale sia nazionale. II confronto interno, dichiarato propedeutico per eventuali specifiche iniziative con le istituzioni e che coinvolge anche le casse di previdenza e le associazioni di categoria, è articolato in due fasi: la raccolta delle osservazioni sul territorio, da aggiungere alle proposte già formalizzate dal Consiglio nazionale, e il dibattito che si terrà nel corso dell’assemblea dei presidenti, il prossimo 4 luglio a Roma. Assemblea che per l’occasione sarà aperta, nella sessione pomeridiana, a tutti gli iscritti che vorranno partecipare seguendo le indicazioni pubblicate sui siti del Consiglio nazionale e dell’Ordine di Roma. I temi di riflessione suggeriti dal «Nazionale» riguardano in particolare: la riduzione del numero dei consiglieri nazionali; un consiglio di disciplina, composto da sei membri nominati direttamente dagli ordini locali; la modifica dei voti da assegnare ai singoli ordini per le elezioni del Consiglio nazionale; la disciplina dei coordinamenti territoriali degli ordini; la delega delle funzioni dei consigli di disciplina locali a organismi da costituirsi su base regionale o nell’ambito delle Corti d’appello; l’obbligatorietà delle forme di collaborazione tra gli ordini previste per la p.a. ai fini dell’organizzazione dei loro uffici; l’ipotesi di accorpamento degli ordini con un numero di iscritti inferiore a una certa soglia, con il vincolo di averne in ogni caso almeno uno per regione; la revisione del sistema elettorale locale, con l’assegnazione dei seggi di minoranza subordinata al raggiungimento di una soglia pari al 20% dei voti validi; il limite del doppio mandato nei Consigli degli ordini territoriali; l’ampliamento della durata del tirocinio a tre anni (dai 18 mesi attuali), di cui due da svolgere in concomitanza con il biennio della laurea specialistica; l’eliminazione della terza prova dell’esame di stato e la sostituzione con quella in materia di revisione prevista dal dm 63/2016. In proposito il Consiglio dell’Ordine di Roma intende trasmettere al Consiglio nazionale i suggerimenti pervenuti dai propri iscritti e quelli emersi dagli incontri con i rappresentanti delle associazioni locali di categoria.

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