Nuovo look per i commercialisti

Il Consiglio nazionale dei commercialisti si fa il tagliando e lo fa chiedendo il contributo dei propri iscritti. È stata presentata ieri, infatti, la proposta del Cndcec di modifica organica dell’ordinamento professionale (dlgs 139/2005). Una riforma che andrebbe a modificare molti punti dell’ordinamento: da tirocinio e esame di stato alla struttura degli ordini territoriali passando per una nuova configurazione del Consiglio nazionale. Come detto, nel processo di riforma saranno particolarmente coinvolti gli ordini territoriali. Infatti, si aprirà un confronto «democratico» in merito alle proposte da consegnare al legislatore, con il Consiglio che ha inviato ieri ad ogni ordine territoriale un’informativa contenente le proprie proposte, allegando un questionario che riepiloga i temi più «politici» sui quali il presidente Miani «chiede l’opinione dei presidenti degli ordini locali e quella dei loro iscritti». Ogni rappresentate potrà esprimersi su quali siano le modifiche più adatte alla categoria. Il termine per la presentazione delle osservazioni è fissato al 24 giugno. L’iter generale finirà il 4 luglio, quando sarà convocata un’assemblea dei presidenti «per la prima volta aperta a tutti gli iscritti». L’assemblea produrrà il testo definitivo di modifica da sottoporre all’attenzione del governo. Tirocinio ed esame. In tema di tirocini professionali ed esami di abilitazione, l’ipotesi è quella di passare dagli attuali 18 a 36 mesi di praticantato, con la possibilità di svolgerne due anni già durante il corso di laurea. Prevista l’eliminazione della terza prova di Stato e la sostituzione con quelle in materia di revisione prevista dal dm 63/2016 (attuazione della disciplina legislativa in materia di esame di idoneità professionale). L’obiettivo è quello di «eliminare la quarta prova aggiuntiva introdotta ai fini dell’equipollenza con i revisori legali». Consiglio nazionale. Oltre alla riduzione del numero di consiglieri, che passerebbero da 21 a 15 suddivisi in parti uguali per le tre macroaree Nord, Centro e Sud, viene proposta anche una revisione del Consiglio di disciplina, composto da sei membri nominati direttamente dagli ordini locali con criteri da definire. Possibile, inoltre, la revisione dei voti assegnati ai singoli ordini per le elezioni del Consiglio nazionale. Ordini territoriali. Le modifiche riguardano principalmente la struttura e le procedure elettorali dei singoli ordini. Per prima cosa «bisogna valutare l’eventualità di prevedere una disciplina dei coordinamenti territoriali» e l’ipotesi di «delegare le funzioni dei consigli di disciplina locali ad organismi da costituirsi su base regionale o nell’ambito delle corti d’appello». In secondo luogo bisognerebbe «prevedere l’obbligatorietà delle forme di collaborazione tra gli ordini previste per la p.a. ai fini dell’organizzazione dei loro uffici». Viene, inoltre «sollecitata una riflessione sull’ipotesi di accorpamento degli ordini con un numero di iscritti inferiore a una certa soglia, con il vincolo di averne, in ogni caso, almeno uno per regione». Confronto aperto, infine, su una «revisione del sistema elettorale locale, con l’assegnazione dei seggi di minoranza subordinata al raggiungimento di una soglia pari al 20% dei voti validi e sul mantenimento o meno del limite del doppio mandato nei consiglieri degli ordini territoriali». Aggiunte nuove funzioni in capo al Consiglio nazionale e per tutti gli iscritti alla sezione A dell’albo. Infine, non saranno più candidabili al consiglio dell’ordine i componenti del consiglio di disciplina territoriale uscente.

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