Fallimento, la riforma si farà

La riforma del fallimento della crisi d’impresa riprende il suo cammino. dovrebbe arrivare al traguardo entro il prossimo 14 novembre anche con il nuovo governo Conte. A pochi giorni dall’insediamento di Mauro Vitiello, uno tra i massimi esperti del diritto fallimentare, a capo dell’ufficio legislativo del ministero della giustizia, è infatti ripreso l’esame dei progetti di decreti attuativi ai quali peraltro lo stesso Vitiello aveva collaborato in qualità di esperto esterno alla commissione Rordorf. Ricordiamo che la legge 155/2017, recante la delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d’impresa, concede un termine all’esecutivo per l’emanazione di uno o più decreti attuativi, che già la commissione di esperti presieduta appunto da Renato Rordorf aveva approntato di fretta e furia prima dello scioglimento delle Camere a fine dicembre 2017. Un poderoso lavoro fatto di tre decreti, di cui il principale relativo al nuovo codice della crisi e dell’insolvenza che rappresenta il cosiddetto nuovo testo unico della crisi d’impresa, ai quali si aggiungeva un quarto progetto di decreto già predisposto ma non ancora approvato dalla stessa commissione. Nel mese di febbraio 2018, quando il governo Gentiloni era in procinto di uscire definitivamente di scena, venne consegnata all’allora ministro della giustizia la relazione di accompagnamento al codice della crisi e dell’insolvenza. I lavori però si impantanarono perché i decreti, proprio in base alla legge 155/2017, devono ricevere il nulla osta delle commissioni giustizia e finanza, che non erano più nei pieni poteri. Non solo. L’allora guardasigilli Andrea Orlando trovò anche qualche resistenza da parte dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori su aspetti controversi dei decreti attuativi. Uno tra questi è rappresentato dalle sezioni specializzate che si vanno a innestare nella previsione della soppressione di tribunali minori. Scelta che risulta contrastata anche dalle dichiarazioni MS5 espresse dal vice premier Di Maio. Nell’agenda del premier Giuseppe Conte e del ministro Alfonso Bonafede sono già fissate le riunioni per la discussione dei lavori propedeutici alla predisposizione dei nuovi decreti attuativi che comunque è intenzione del governo di emanare entro il termine della delega, la quale permette un’eventuale proroga di due mesi per l’approvazione da parte del Governo, purché siano consegnati i testi definitivi, entro il 14 novembre prossimo, alle commissioni referenti per il parere vincolante. Dalle informazioni che circolano, i testi predisposti dalla commissione Rordorf dovrebbero rimanere sostanzialmente intatti, con qualche limatura e asciugatura, comprese le correzioni – formali e non – che gli esperti avevano già apportato e che l’ufficio legislativo sta ora predisponendo. Tra le novità più attese e salienti resta l’introduzione dell’istituto dell’allerta, che tuttavia potrà trovare qualche lieve cambiamento, probabilmente accogliendo le critiche del mondo delle imprese.

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