Nuovi minimi senza e-fattura

Esenzioni all’orizzonte, dall’invio della fatturazione elettronica, per i nuovi minimi dai confini allargati dalla legge di bilancio 2018. Secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare, la soluzione allo studio del ministero dell’economia, Sogei e Agenzia delle entrate è quella di escludere determinate categorie dall’obbligo di trasmissione real time delle fatture emesse e ricevute al Fisco. Nei giorni scorsi Sogei, Agenzia delle entrate e tecnici del ministero dell’economia hanno valutato, infatti, con il ministro Giovanni Tria una soluzione che escluda i commercianti al dettaglio (cioè quelli che emettono lo scontrino fiscale) e gli artigiani. L’esclusione toccherà anche coloro che aderiscono al regime dei minimi/forfettari. Un numero quello dei minimi destinato ad allargarsi proprio in vista dell’arrivo di quella che, impropriamente chiamata flat tax, è l’innalzamento della soglia dei parametri per restare nel regime agevolato dei minimi In legge di bilancio, sempre se l’Ue darà l’assenso, si troveranno a beneficiare di un’imposta al 15% tutte le partite Iva che abbiano ricavi fino a 65 mila euro e un’imposta unica del 15% più 5% incrementale tutte quelle fino a 100 mila euro. L’esclusione dell’invio delle fatture elettroniche, dal 1° gennaio 2019, se fatto coincidere con l’applicazione della flat tax, riguarderebbe, secondo le stime di chi sta lavorando alla manovra di bilancio, una platea di circa 1,5 min di professionisti, ditte individuali, sonc, sas, srl per trasparenza. Queste realtà non dovranno emettere fattura elettronica. L’adempimento resterebbe applicabile dunque, secondo le proiezioni che circolano in via Venti Settembre (sede del ministero dell’economia), alle sole imprese e professionisti che non rientrando nel regime extra large dei minimi superino i ricavi per 100 mila euro. Ma su questa decisione, che potrebbe essere rilanciata in risposta alle pressioni di imprese e professionisti sempre più in panico per l’avvicinarsi dell’adempimento, grava la voce d’entrata nelle casse dello stato iscritta nella legge di bilancio dello scorso anno sull’adempimento. Un’eredità pesante pari a 2 miliardi di gettito che arriverebbero dagli introiti dell’emersione di base fiscale con l’incrocio dei dati delle fatture in entrata e in uscita. Proprio per queste ragioni, infatti, sembra di difficile attuazione anche l’ipotesi di un avvio graduale e soft delle sanzioni (elevatissime) previste nel caso di mancato rispetto dell’adempimento. Si segnala infine che le preoccupazioni, per quanto si continua a implementare la piattaforma tecnologica, risiedono anche dalla parte dell’amministrazione finanziaria che si troverà a gestire teoricamente miliardi di invii in simultanea con rischi di black-out informatici e tenuta in sicurezza dei dati di tutto il tessuto imprenditoriale italiano.

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