I redditi (ri)vedono rosa

Tornano a crescere i redditi dei commercialisti. Per l’anno 2016 la media dichiarata è stata pari a 59.258 euro, con una crescita dell’1,1% rispetto al 2015 e un ritorno praticamente sugli stessi livelli del 2012. Si tratta tuttavia di cifre ancora lontane dai valori antecedenti alla crisi economico-finanziaria innescata dieci anni fa dal fallimento Lehman Brothers (61.138 euro il reddito medio del 2008). Il 2016 ha consolidato l’inversione di tendenza già registrata nel 2015 anche in termini reali, cioè al netto dell’inflazione, ritrovando dopo quattro anni quota 50 mila euro. E’ quanto emerge dall’Indagine statistica 2018 della Fondazione nazionale dei commercialisti, presentata ieri in anteprima al Forum nazionale di Milano. Lo studio sottolinea che i commercialisti, al pari di tutte le altre professioni, hanno registrato una dura contrazione dei livelli reddituali a seguito della recessione. La flessione è avvenuta in maniera brusca tra il 2008 e il 2009 (-5% in un solo anno) e poi, dopo una leggera ripresa, in misura ancora più decisa tra il 2011 e il 2014. II calo, precisa però la Fnc, è stato «meno marcato rispetto alle professioni giuridiche e, soprattutto, a quelle tecniche». La congiuntura negativa ha inoltre acuito il gap territoriale tra Nord e Sud che si rispecchia anche nei redditi dichiarati dagli iscritti all’albo. Tale divario, da sempre presente per ragioni connesse allo sviluppo economico e produttivo del paese, «oggi condiziona significativamente il processo di evoluzione della professione stessa», restando quindi una criticità aperta su cui la categoria innalza la soglia di attenzione.

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