E-fatture senza la banca dati

Stop alla banca dati delle fatture da parte dell’Agenzia delle entrate. La cui attività di gestione dell’operazione fatturazione elettronica è posta sotto osservazione privacy almeno fino ad aprile 2019. Niente archiviazione dei documenti ma saranno memorizzati solo i dati fiscali per i controlli automatizzati e l’Agenzia, come anticipato da ItaliaOggi il 19/12/18, potrà archiviare le fatture solo su richiesta dei contribuenti che avranno la necessità di consultarle, prevista l’esenzione per le prestazioni sanitarie. Sono questi i risultati raggiunti dopo un mese di braccio di ferro tra Garante della privacy e Agenzia delle entrate sulla messa in sicurezza (ai fini della protezione dei dati personali) della procedura di fatturazione elettronica obbligatoria tra privati che prenderà l’avvio il primo gennaio prossimo. Ieri l’autorità per il trattamento dei dati personali, presieduta da Antonello Soro, ha dato il via libera con un provvedimento alle modifiche apportate dall’Agenzia delle entrate, a tempo di record, sull’impianto originario della fatturazione elettronica. «Il nuovo sistema», si legge nella nota diffusa ieri, «Il nuovo sistema di e-fattura prevede invece che l’Agenzia si limiti a memorizzare solo i dati fiscali necessari per i controlli automatizzati (es., incongruenze tra dati dichiarati e quelli a disposizione dell’Agenzia), con l’esclusione della descrizione del bene o servizio oggetto di fattura. Dopo il periodo transitorio indispensabile a modificare il sistema, nuovi servizi di consultazione delle fatture saranno resi disponibili solo su specifica richiesta del contribuente, sulla base di accordi che saranno esaminati dall’Autorità», osserva il Garante. I rilievi del garante nel precedente provvedimento vertevano su un rischio improprio dell’utilizzo dei dati: La fatturazione elettronica, così come originariamente prefigurata dall’Agenzia, presentava rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali. L’Agenzia, infatti, oltre a recapitare le fatture ai contribuenti attraverso il sistema di interscambio (Sdi), avrebbe anche archiviato integralmente tutti i file delle fatture elettroniche (2,1 miliardi nel 2017) che contengono di per sé informazioni di dettaglio, anche non rilevanti a fini fiscali, sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici, di telecomunicazione o trasporto (es. regolarità nei pagamenti, pedaggi autostradali, biglietti aerei, pernottamenti), o addirittura l’indicazione puntuale delle prestazioni legali (es. numero procedimento penale) o sanitarie (es. percorso diagnostico neuropsichiatrico infantile). Nella nota, comunque, si lancia un messaggio sempre sul rischio di uso improprio dei dati. Con un avvertimento l’Authority mette in guardia tutti gli operatori, intermediari e tecnici che alcune clausole contrattuali predisposte dalle società di software possono violare il regolamento ed espongono sanzioni. Il garante ha fissato una nuova valutazione d’impatto con la normativa sulla protezione dei dati entro il 15 aprile 2019. Per risolvere lo stallo post provvedimento Garante era stato istituito un tavolo di lavoro tecnico con l’Agenzia delle entrate e ministero dell’economia per esaminare le criticità. Al tavolo erano presenti anche i consigli nazionali di commercialisti e consulenti del lavoro e Assosoftware.

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