Professionisti e intermerdiari decisivi nel supporto ai clienti

La fattura elettronica sta mettendo sotto stress l’intero sistema Paese che si è reso conto che l’obbligo sarebbe arrivato il 1° gennaio 2019 solo dopo l’estate e anche dopo (forse sperando in una proroga). Il susseguirsi costante di nuove regole, nuovi adempimenti e nuove scadenze non aiuta l’adeguamento alla fattura elettronica che non costituisce solo una nuova forma di comunicazione dei corrispettivi, ma una vera e propria rivoluzione dei processi.

Certamente perché tutti siano in grado di emettere e ricevere fatture solo in elettronico è necessario uno sforzo finale da parte di tutti, nella certezza (almeno ad opinione di chi scrive) che l’arrivo della fattura elettronica è solo il primo passo per: ¦ una trasformazione digitale del rapporto fisco e contribuente che consenta una maggiore flessibilità nella realizzazione degli adempimenti; ¦ l’inserimento di nuove e più importanti semplificazioni fiscali di tipo strutturale. Si pensi al superamento di ogni comunicazione ovvero una effettiva semplificazione nella gestione dei registri; ¦ la creazione di una nuova relazion e integrata tra cliente e fornitore. Si pensi a quali passi si potranno fare per integrare i sistemi informativi che potranno dialogare con formati condivisi; ¦ una maggiore fluidità di dialogo anche nelle relazioni internazionali con particolare riferimento ai rapporti tra operatori unionali. L’introduzione di un modello unico europeo di fattura apre la strada ad importanti passi di integrazione e di semplificazione dei processi con sostanziale riduzione dei costi. Ritornando agli sforzi che si ritengono necessari per arrivare in tempo all’appuntamento del 1° gennaio 2019 e per accompagnare il sistema nella rivoluzione della fatturazione elettronica tutti gli stakeholders dovrebbero fare la loro parte. In primo luogo il legislatore che, dopo gli importanti interventi fatti nel decreto fiscale di fine anno, deve continuare nella sua azione di semplificazione e riduzione degli oneri in capo ai contribuenti. In effetti la fatturazione elettronica deve consentire di eliminare obblighi obsoleti ovvero resi inutili dall’esistenza del nuovo processo di certificazione. Si pensi ad esempio come devono cambiare le regole sui controlli o sui poteri dell’amministrazione finanziaria. Altro protagonista chiamato a interpretare e applicare le norme in modo flessibile e orientato al cambiamento è l’amministrazione finanziaria. In questo contesto ci si aspetta, specialmente nel primo periodo di applicazione, molto buon senso pervenire incontro agli errori che il contribuente potrebbe commettere. È chiaro che in questo senso si è già mosso il legislatore che ha previsto da una parte una moratoria senza sanzioni per i trimestrali di 6 mesi e peri mensili di 9 mesi per tutti i ritardi che gli operatori avranno nell’emissione della fattura. Comunque, l’approccio interpretativo flessibile potrà dare un grande aiuto in presenza di situazioni applicative non chiare o non del tutto gestibili. In questo senso la data delle fatture emesse al 31 dicembre 2018 dovrà, in ragione dei primi giorni del 2019, essere considerata più che qualificante. Infine tra i protagonisti della presente rivoluzione ci sono anche le imprese e i professionisti. In effetti questi soggetti sono quelli che dovranno sopportare maggiormente il carico dello sforzo, perché dovranno intervenire sui singoli processi di fatturazione per adeguare in modo corretto i sistemi. In particolare, i professionisti, supportati da provider e gestionali diventeranno il fulcro portante della rivoluzione divenendo in molti casi l’hub dei propri clienti. Quello che manca intutto questo è un incentivo adeguato di natura fiscale o finanziaria che aiuti i singoli o il sistema a fare una rivoluzione che come detto non è solo a favore dell’uno o dell’altro protagonista, ma di tutto il sistema.

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