Decolla Quota 100, ma visto che i fondi stanziati potrebbero non bastare a soddisfare tutte le richieste nel decretone spunta una clausola salva-spesa. In pratica ogni due mesi (ogni trĂ© dall’anno prossimo) se dal monitoraggio che effettuerĂ l’Inps emergeranno scostamenti «anche in via prospettica», scatteranno tagli al ministero del Lavoro e quando non sufficienti altre misure correttive (le famigerate salvaguardie) inserite nel Bilancio dello Stato. Su un altro fronte, quello della liquidazione dei dipendenti pubblici, è previsto un’altra sorta di paracadute: il governo ha infatti deciso di azzerare in larga parte per tutti, non solo per i dipendenti che escono con quota 100, il differimento nel tempo dell’erogazione del Tfr degli statali che oggi viene liquidato con 2-3 anni di ritardo (che sarebbero saliti a 5 per i quotisti). Da subito, grazie a prestiti bancari, verranno erogati cash 30mila euro, ma nel corso dell’iter parlamentare si cercherĂ di salire a 40-45 mila euro in modo da ridurre la forbice con la cifra finale che di solito è pari a circa 60mila euro. Lo Stato si farĂ carico del 95% degli interessi mentre il restante 5% dovrĂ versarlo il dipendente. Gli importi residui verranno invece erogati con le normali tempistiche di legge. Un’altra novitĂ riguarda sempre gli statali: per quanti matureranno i requisiti per accedere a quota 100 entro l’entrata in vigore del decreto, a prima finestra d’uscita è fissata al 1 agosto. In precedenza si era parlato del primo luglio ma solo per chi aveva raggiunto quota 100 entro il 31 dicembre 2018. Per chi maturerĂ i requisiti in seguito è invece previsto un preavviso di sei mesi. Per il resto le misure inserite nel decretone sono quelle note. Invia sperimentale per trĂ© anni si potrĂ lasciare così il lavoro in anticipo rispetto ai requisiti di legge (67anniperlavecchiaiae 43 anni e trĂ© mesi per la pensione di anticipata a prescindere dall’etĂ ) avendo maturato 62 anni di etĂ e 38 di contributi. E’ prevista una finestra trimestrale per i lavoratori privati, che quindi potranno lasciare il lavoro da aprile, e semestrale per i pubblici. Per la scuola la prima finestra è fissata a settembre con domande entro il 28 febbraio. Per frenare la corsa alla pensione anticipata e quindi diluire meglio i costi è prevista anche una sorta di «salvaguardia del diritto»: in pratica chi matura i requisiti entro fine 2021 potrĂ esercitare l’opzione di uscita anticipata anche dopo questa data. In tutto questa misura dovrebbe interessare circa 300mila persone all’anno (un milione in trĂ© anni), ma non è escluso che le adesioni possano essere di meno a causa del limite molto forte (5mila euro annui) fissato per il cumulo con redditi da lavoro dipendente o autonomo fino a quando non si saranno raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia, e del taglio dell’assegno che verrĂ erogato a causa del montante contributivo che giocoforza sarĂ piĂą basso. Prevista anche la proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale, mentre per i lavoratori precoci sono stati abrogati gli incrementi dell’etĂ pensionabile legati all’aumento della speranza di vita. E poi, dulcis in fundo, via alla pace contributiva e alla possibilitĂ di riscattare la laurea a condizioni agevolate.
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