Altra tegola sulla testa dei vari professionisti

Nel 2018 ben 58 miliardi di euro di risparmio degli italiani hanno scelto di espatriare (dati Osservatorio Cpi). Forse per timore di una patrimoniale, forse per sfuggire ai rischi di una instabilità politica sempre più evidente. Non sembra che nel 2019 le cose stiano migliorando. Ma al Mef stanno mettendo a punto un’arma per tentare di bloccare questa emorragia: si tratta di un provvedimento attuativo di una direttiva comunitaria (Dac 6) approvata a maggio 2018 e destinata ad entrare in vigore a luglio 2020.Ancora una volta professionisti e intermediari finanziari saranno chiamati a nuovi adempimenti in favore della collettività. Gratis et amore dei. Previste anche pesanti sanzioni in caso di inadempimento, che si aggiungono ai rischi reputazionali per sé e per i propri clienti, che possono essere ancora più devastanti. Di fatto si prevedono nuovi oneri in aggiunta a quelli già previsti dalla normativa antiriciclaggio. Commercialisti, notai, avvocati, banche e fiduciarie saranno infatti tenuti a denunciare i propri clienti ogni volta che si trovino in presenza di operazioni che possano far nascere il sospetto che queste siano finalizzate ad occultare il patrimonio detenuto all’estero o a creare provviste fuori dal Paese.Per quanto il Mef possa sforzarsi di precisare al meglio i limiti e le modalità per esercitare questo nuovo adempimento, si tratta dell’ennesima tegola che sta cadendo sulla testa dei soliti noti, sempre più coinvolti in prima linea nella sacrosanta guerra al riciclaggio, all’evasione e all’elusione internazionale. Si pretende però, ancora una volta, di mettere professionisti e intermediari in conflitto di interessi con i loro stessi clienti senza riconoscergli, (come sarebbe logico) alcuna esplicita funzione pubblicistica (con il relativo compenso).Le norme antiriciclaggio, costruite sulla base dello stesso iniquo meccanismo, non stanno funzionando. Perché queste dovrebbero dare risultati? La Commissione europea pensa di sconfiggere la pianificazione fiscale aggressiva tornando al medioevo e imponendo corvée a notai, avvocati e commercialisti come se fossero i nuovi servi della gleba. Ma è evidente che si tratta di una finta soluzione, ad un problema fin troppo reale.

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