I commercialisti preparano lo sciopero. Lo stato di agitazione è previsto per il periodo 29 aprile/3 maggio. A dare l’annuncio le associazioni Ade (Associazione dottori commercialisti) e Anc (Associazione nazionale dei commercialisti) che, ieri, hanno diffuso una nota in cui confermano di aver avviato le procedure formali previste dallo specifico codice di autoregolamentazione. «Il malcontento della categoria è talmente profondo», spiegano i presidenti Enzo De Maggio e Marco Cuchel, «che la scelta dell’astensione è quasi una scelta obbligata, dopo che le istanze della categoria sono di fatto rimaste inascoltate per troppo tempo. Siamo consapevoli», concludono i presidenti Ade e Anc, «che si tratta di una misura estrema e nonostante la nostra fermezza restiamo sempre aperti al dialogo con le istituzioni, alle quali intendiamo rinnovare la nostra richiesta di incontro, con l’intento di avviare un vero confronto, che sia mantenuto nel tempo, con i professionisti economici per l’attività che gli stessi svolgono nell’interesse della collettività. Oltre alle difficoltà quotidiane di gestione degli studi professionali e all’annosa rincorsa delle innumerevole scadenze imposte, la professione vive oggi un continuo smembramento delle proprie competenze a favore di altre figure professionali. Basti pensare all’ormai prevalente riconoscimento dell’iscrizione al registro dei revisori legali, condivisa da quasi tutti i commercialisti ma pur sempre autonoma rispetto all’Albo professionale, si pensi ancora ai registri o elenchi istituiti o istituendi per lo svolgimento di alcune attività, già comunque rientranti nelle competenze previste dall’ordinamento professionale». «Le motivazioni per una protesta, oggi, ci sono tutte» è il commento del presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili Massimo Miani. «Ognuno ha i suoi ruoli, le associazioni hanno buoni motivi per lanciare la protesta. Noi, come Consiglio nazionale, prepareremo un documento dettagliato all’assemblea del prossimo 20 marzo per poterlo presentare agli stati generali della categoria fissati per il prossimo 9 maggio. Abbiamo per anni ricoperto un ruolo fondamentale, ora ci vediamo svuotare di competenze che dovrebbero essere nostre, come l’ultimo caso definito dalla riforma del fallimento. Non riusciamo a capire questa impostazione».
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