Commercialisti contro l’e-fattura

Commercialisti contro la fattura elettronica. O meglio, contro le modalità di applicazione. «Un’operazione condotta malissimo a causa dell’estrema velocità con cui si è voluto introdurre un obbligo così dirompente». Non usa mezze misure Domenico Posca, presidente del sindacato Unico, in occasione del congresso nazionale svoltosi a Milano. «I commercialisti non si sono tirati indietro e, anche senza aver ricevuto alcuna forma di collaborazione da parte dell’Agenzia delle entrate e dal Governo rispetto a richieste assolutamente legittime, si sono fatti carico dei problemi e li stanno risolvendo insieme ai loro clienti imprenditori». Ammette le difficoltà il sottosegretario alla presidenza del consiglio Stefano Buffagni. «C’è qualche criticità, ma la fatturazione elettronica è una misura fondamentale che non poteva più essere rinviata. Abbiamo tolto le sanzioni per i primi mesi e andremo incontro a tutte le richieste. È chiaro però che il paese debba andare in questa direzione, vi assicuro che su Sogei stiamo rompendo le scatole quotidianamente perché spesso chi sta da una parte non conosce le problematiche di chi sta dall’altra». Buffagni ha inoltre invitato «i professionisti a supportare la politica per fare scelte migliori: è necessario il coraggio di individuare le giuste soluzioni senza dividersi. Strumenti alternativi per i giudizi civili pendenti? Da commercialista condivido la proposta ma credo che più che al Governo questa vada fatta al Parlamento: in aula si può dibattere, migliorare le proposte e ascoltare le idee delle categorie». Per il presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, Luigi Pagliuca, «il commercialista è da sempre una figura centrale nel nostro paese, che spazia tra tante competenze che compongono settori molto diversi tra loro. La professione non vive un momento felice, a dimostrarlo sono le statistiche: se infatti il reddito medio nominale, tra il 2007 e il 2016, è diminuito solo dell’1%; lo stesso reddito medio al netto dell’inflazione si è ridotto del 12% e negli ultimi dieci anni il potere di acquisto del reddito è diminuito. Un calo ancora più evidente se si prendono in considerazione i redditi degli Under 40. Sono dati allarmanti: invertire la rotta è ancora possibile ma il tempo a disposizione si riduce ogni giorno di più». «Con la flat tax nasce una nuova stagione: è un punto di partenza ma tutti i contribuenti, anche le famiglie, possono essere coinvolte in una tassa piatta al 15% o comunque abbordabile», ha spiegato Alessandro Pagano, membro della Commissione Finanze della Camera. «I commercialisti hanno bisogno di un salto qualitativo, la tecnologia ci obbliga a diventare economisti di imprese per supportare ovviamente le pmi, in quanto le grandi aziende sono attrezzate abbondantemente al loro interno. Deve essere questa la nostra meta e sono convinto che con la proposta di legge 1074 tante cose saranno semplificate». A parlare dei cambiamenti della professione è Emmanuela Saggese, consigliera Unione italiana commercialisti, «i commercialisti hanno un ruolo innovativo rispetto all’attività tradizionale svolta sino ad oggi. Quando ci sono momenti di grande crisi si creano anche delle opportunità e il commercialista da sempre è deputato a essere consulente e uomo di fiducia dell’azienda. Però la professione forse è ancora troppo legata alle attività tradizionali e poco attenta alle necessità crescenti delle aziende. Ad esempio è cambiato il ruolo della banca e quindi è cambiato il ruolo che può svolgere il commercialista per far arrivare la finanza all’azienda. Ci sono tante nuove opportunità legate a quelle inefficienze generate dal sistema fiscale italiano: ad esempio abbiamo tantissimi crediti fiscali inesigibili e si può intervenire cercando di rendere liquido ciò che è illiquido per eccellenza. Il commercialista deve essere quindi promotore di attività e sviluppare una competenza specifica in nuovi settori».

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