Siglato un patto confederativo tra associazioni sindacali – I commercialisti vanno insieme

Una federazione sindacale delle associazioni dei commercialisti, fondata per promuovere valori comuni e portare avanti le battaglie di categoria. E’ questa Federcommercialisti, il frutto del patto confederativo sottoscritto da Gianpaolo Zeni, presidente di Ando (Associazione nazionale dottori commercialisti), Antonella La Porta, presidente di Fid- doc (Federazione italiana donne dottori commercialisti), Stefano Sfrappa, presidente di Sic (Sindacato italiano commercialisti) e Domenico Posca, presidente di Unico (Unione italiana commercialisti). L’accordo è stato siglato durante il congresso nazionale del sindacato Unico, andato in scena ieri presso l’auditorium San Fedele a Milano. L’accordo «è aperto a tutte le altre associazioni locali e nazionali che condivideranno gli obiettivi da perseguire», come si può leggere nel testo del patto. In attesa di altre adesioni, le parti firmatarie «intendono promuovere l’aggregazione e la federazione delle associazioni sindacali di categoria dei commercialisti per perseguire obiettivi comuni, definendo un vertice che possa rappresentare, in sede nazionale, valori condivisi e comuni a tutela dei commercialisti nella loro veste di lavoratori autonomi». Infatti, le parti si impegnano a rappresentare le istanze programmatiche che saranno concordate, oltre che le rivendicazioni di natura sindacale. Una realtà comune, dunque, che si è posta una serie di obiettivi e finalità di carattere generale, che vedranno nei prossimi mesi la piena concretizzazione. Tra gli impegni assunti da Federcommercialisti, figurano le principali battaglie che la categoria ha intrapreso negli ultimi anni, sempre in un’ottica di una maggiore condivisione di obiettivi e risorse, oltre che di conoscenze. Il primo punto del manifesto, infatti, riguarda la tutela degli interessi comuni e diffusi degli iscritti agli ordini dei commercialisti, che sarà portata avanti «confrontandosi con tutte le forze sociali, economiche e politiche italiane e internazionali». Al secondo punto è fissata una revisione dell’ordinamento professionale, che dovrà essere «fondato sulla giustizia sociale, sulla libertà e sulla partecipazione dei professionisti alla formazione delle scelte di politica economica, fiscale e sociale». Dopo l’impegno per la promozione del benessere sociale, il punto 4 e 5 del manifesto affrontano il tema della collaborazione tra iscritti. Infatti, viene posto l’obiettivo di «realizzare l’unità dei professionisti iscritti all’albo, rafforzando la loro coscienza associativa e la loro coesione sociale, affermando i diritti degli iscritti in tema di lavoro, sicurezza, istruzione, formazione permanente e pensione. Un altro aspetto trattato è quello dei mercati esteri, con l’impegno di favorire la coesione internazionale e sviluppare la cooperazione con i sindacati degli altri paesi. Gli utiimi due punti riguardano l’inclusione: da una parte si persegue il pieno raggiungimento delle pari opportunità tra donne e uomini, dall’altra si punta a favorire l’integrazione sociale delle nuove generazioni, in modo da rappresentarne i bisogni fondamentali «raccogliendone le istanze di cambiamento».

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