8 marzo, cresce il numero delle donne al vertice, ma il Sud resta indietro

Un otto marzo come sempre a due facce per le donne italiane. E se da un lato una ricerca Cna mette in luce che cresce il numero delle donne che ricoprono incarichi di vertice, dall’altro il Sud si conferma drammaticamente indietro per la condizione femminile, con tassi di occupazione inferiori a quelle di tutte le altre aree d’Europa. A confermare il ritardo del Mezzogiorno italiano è la Svimez che in vista dell’8 marzo aveva anticipato alcuni aggiornamenti di una ricerca sulla condizione delle donne nel Sud. E spiega: “Qualche parallelo con le regioni d’Europa può essere utile: il tasso d’occupazione femminile tra 15 e 64 anni, in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, è addirittura più basso della Guaiana francese, dell’Estremadura spagnola, della Tessaglia e della Macedonia in Grecia, e perfino dell’enclave spagnola di Melilla in Marocco”. Una situazione che invece di migliorare peggiora di anno in anno. Il divario delle Regioni del Sud rispetto alla media europea, già elevatissimo nel 2001 (circa 25 punti percentuali), si è ulteriormente ampliato arrivando sopra i 30 punti, nel 2017. Difficile farsi luce nel Sud anche per le donne che un lavoro lo trovano. Le donne laureate sono pesantemente penalizzate dal punto di vista retributivo: una donna laureata da quattro anni che lavora al Sud ha un reddito medio mensile netto di 300 euro inferiore a quello di un uomo (1000 euro contro 1300). In più le donne lavoratrici dipendenti guadagnano in media al Sud 1.281 euro mensili netti, se sono impegnate a tempo pieno, contro i 1.398 delle loro omologhe nel Centro-Nord. Tra le laureate il divario di genere si attenua ma non si annulla. Se si allarga l’orizzonte qualche spiraglio di luce lo si riesce a trovare. Sfiorano infatti ormai i tre milioni, sottolinea una ricerca Cna, gli incarichi di vertice affidati a donne. Per la precisione, sono 2.827.515, il 26,7% del totale nazionale. Disaggregando il dato complessivo, emerge che i ruoli di amministratore ammontano a 1.124.799, a 840.889 quelli di titolare d’impresa, a 620.572 quelli di socie e a 241.418 le altre cariche. Inoltre, tra il 2017 e il 2018 i ruoli apicali tenuti dalle donne sono cresciuti dell’1%, più di quanto hanno fatto i colleghi maschi. Tra le diverse tipologie di ruolo è rilevante l’exploit degli amministratori donne, che hanno surclassato i colleghi: la loro crescita l’anno scorso è stata del 3,1% contro il 1,7% della componente maschile. I settori nei quali l’incidenza femminile è aumentata in maniera più marcata sono le attività sanitarie e di assistenza sociale ( 9,9%) e l’istruzione ( 6,1%).

Reviews

Related Articles