Cassa ragionieri lancia i master

Pronti i master tributari della Cassa ragionieri. Ne parliamo con Maurizio Leo, professore ordinario di diritto tributario alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Presidenza del Consiglio dei Ministri) e vicepresidente del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa (CPGA) e coordinatore scientifico del master di aggiornamento tributario promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che verrà organizzato presso gli Odcec territoriali che hanno aderito all’iniziativa. Il primo appuntamento si terrà a Roma il 2 aprile 2019 dalle ore 14,30 presso la sala conferenze “Luciano Savino” della Cassa Ragionieri (in via Pinciana, 35), in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma. 

 Professore, qual è l’obiettivo del master di aggiornamento tributario?

In un momento abbastanza confuso del diritto tributario, è necessario fare chiarezza su norme, pronunce più significative della giurisprudenza e documenti di prassi. L’obiettivo è consentire ai frequentatori un quadro di riferimento certo e, in alcuni casi, indicare anche le soluzioni ai problemi.

Spesso si parla di violazione dello Statuto del Contribuente: è una boutade oppure c’è qualcosa di vero?

E’ una realtà, purtroppo, che lo Statuto del contribuente viene spesso e volentieri calpestato. Ma questa è un’esigenza legata alla circostanza per la quale se si vogliono introdurre norme per l’anno di riferimento, necessariamente occorre dare loro un effetto retroattivo. 

Rapporto fisco-contribuenti: quali i nodi che ancora rimangono da affrontare?

La madre di tutte le questioni è la riduzione del carico fiscale. Le aliquote sono troppo elevate per le persone fisiche, e il sistema si sta avvolgendo su se stesso. L’esigenza è ridurre le aliquote per le persone fisiche e,al tempo stesso, razionalizzare e semplificare i meccanismi di determinazione dell’imposta.

Si parla di una riforma della giustizia tributaria con magistrati specializzati. E’ la strada giusta?

E’ la priorità assoluta. La giustizia tributaria non può essere la Cenerentola delle giurisdizioni. Il legislatore deve essere consapevole che nel contenzioso tributario passano i valori più elevati delle controversie. Non ha senso pensare a dei magistrati che si dedichino a tempo pieno alle cause un po’ più bagatellari e, invece, far gestire questioni tributarie molto delicate a magistrati che se ne occupino solo nei ritagli di tempo. E’ una riforma che deve essere fatta.

Quali misure sono necessarie per garantire la qualità delle nuove prestazioni specialistiche?

Serve un sempre maggiore coinvolgimento di professionisti qualificati, che già stanno rendendo un grosso servizio allo Stato: pensiamo per esempio alla fatturazione elettronica o al fisco telematico. Il commercialista ha un ruolo assolutamente fondamentale per l’amministrazione, e per questo dovrebbe essere remunerato. Purtroppo così non è, ma occorrerebbe andare in questa direzione. Lo Stato, oltre a dare oneri al professionista, dovrebbe anche dargli onori per la remunerazione in relazione all’attività svolta.

Da più parti viene spesso denunciato l’eccesso di burocrazia settore fiscale e tributario. Come contemperare la tutela della legalità con la necessità di una semplificazione degli adempimenti? 

La semplificazione degli adempimenti può portare ad una legalità più diffusa: più complesso è il sistema più è facile aggirarlo.

Si torna a parlare proprio di semplificazioni fiscali con il progetto di legge Ruocco-Gusmeroli. Qual è il suo giudizio?

E’ una buona strada. E un altro tema da affrontare è la revisione di questa mini-Ires: è lodevole l’intenzione di ridurre il carico fiscale delle società di capitali però va reso semplice il meccanismo, altrimenti nessuno se ne avvarrà.

Gli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sono veri e propri presidi di legalità, eppure spesso la politica non interpella più i professionisti per concertare l’individuazione delle soluzioni più efficaci…  

Ho sempre sostenuto che è necessario avere un’interlocuzione seria e continua con il mondo delle professioni, segnatamente con il settore dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Spero che il decisore politico non abbandoni questa strada, anzi che la intensifichi.

Sono tanti i giovani che recentemente hanno scelto di intraprendere la professione di commercialista e di esperto contabile. Quali sono i suoi consigli?

Innanzitutto di studiare tanto, perché la materia è complessa e scivolosa. Consiglierei di non scoraggiarsi. Effettivamente di fronte a tante modifiche, che arrivano a getto continuo, potrebbe capitare di demoralizzarsi, ma è una sensazione che va evitata. Il suggerimento è quello di vedere dinanzi a loro una professione che fornirà grandi soddisfazioni, nell’auspicio che si razionalizzi e si semplifichi il sistema, rendendolo più a dimensione d’uomo.

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