Denuncia Ue, Apple risponde a Spotify: “Siete cresciuti grazie a noi”

Apple ha respinto le accuse di comportamento anticoncorrenziale lanciate da Spotify, affermando che il gigante dello streaming musicale svedese sta cercando di godere dei benefici del suo negozio online senza pagare i costo della sua manutenzione. Spotify ha presentato mercoledì scorso un reclamo formale alla Commissione europea contestando le restrizioni imposte da Apple alle app che non utilizzano il sistema di pagamento dell’App Store, da cui la Mela incassa un 30%. “Essenzialmente, l’App Store è una piattaforma protetta e sicura in cui gli utenti possono avere fiducia nelle app che scoprono e nelle transazioni che fanno”, ha affermato Apple in una nota, aggiungendo che lo stesso insieme di regole si applica a tutte le aziende. “Dopo aver utilizzato l’App Store per anni che ha fatto crescere in modo esponenziale la propria attività, Spotify cerca di mantenere tutti i vantaggi dell’ecosistema di App Store – inclusi i notevoli guadagni che attingono dai clienti dell’App Store – senza apportare alcun contributo a quel mercato”, ha aggiunto il colosso di Cupertino. Spotify lamenta invece il fatto che il pagamento della tariffa ad Apple non permetterebbe all’azienda svedese di essere competitiva rispetto agli abbonati premium del proprio servizio, proprio nel confronto con quelli di Apple. Spotify ha denunciato che senza pagamenti tramite App Store, l’utente incorrerebbe in restrizioni che limiterebbero la sua esperienza, tra cui il blocco degli aggiornamenti, dell’uso dell’assistente vocale Siri e degli altoparlanti collegati ad HomePod. Apple ha invece osservato che la quota del 30% delle entrate sui pagamenti si applica solo per il primo anno, quindi scende al 15% senza costi ricaricati sui consumatori. La Mela ha aggiunto di aver realizzato circa 200 aggiornamenti di app per conto del colosso svedese, con il risultato di oltre 300 milioni di download dell’app di Spotify. “Spotify non sarebbe il business che è oggi senza l’ecosistema di App Store, ma ora stanno sfruttando la loro scala per evitare di contribuire a mantenere quell’ecosistema per la prossima generazione di imprenditori di app”, ha detto Apple, precisando: “Pensiamo che sia sbagliato. Non vi è alcuna garanzia che il braccio esecutivo dell’Ue possa effettivamente indagare in seguito al reclamo di Spotify, o addirittura essere veloce riguardo a una decisione se farlo. L’antitrust Ue riceve infatti circa 40 denunce formali all’anno. lal 151256 Mar 2019

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