Flat tax, Tria frena: “Nessuna ipotesi, si decide nella legge di bilancio 2020”

Di Flat tax ‘pura’, al momento, non se ne parla. Ne è sicuro il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha detto chiaramente che il tema verrà nella prossima legge di bilancio, ovvero in autunno. Per ora, insomma, è tutto allo studio e non c’è nulla di concreto che arriverà con il Def del prossimo dieci aprile, con buona pace dei leghisti che della tassa piatta a due aliquote – inserita nel contratto di governo – avevano fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale e uno dei punti principali da attuare al governo. In realtà, ha spiegato il titolare del Mef rispondendo al question time al Senato, il progetto di revisione del sistema fiscale italiano è già iniziato con la legge di bilancio 2019 che introdotto la tassazione fissa al 15% per i lavoratori autonomi e potenziato il regime forfettario, con il risultato che dal 2020 un milione e mezzo di soggetti usufruirà dei regimi agevolati, quasi il 40% dei titolari di partita Iva. Si tratta, ha ribadito Tria, “dell’avvio di un progetto di riforma che va nel senso di una applicazione progressiva: in sede di predisposizione della prossima manovra di bilancio potranno essere esplicitate diverse ipotesi di riforma fiscale, approfondite tutte le proposte”. Ma per ora, nonostante il balletto di cifre circolate nei giorni scorsi, “non è stata formulata alcuna stima” e nemmeno è stata formalizzata alcuna ipotesi di impatto sulla possibile estensione della misura. Invece, spiega il ministro, “sono state condotte molte analisi su varie ipotesi” che sono  “doverose per essere in grado di valutare ogni ipotesi nel momento in cui queste si propongono concretamente al decisore politico: è quindi fuorviante usare questi esercizi per speculazioni mediatiche”. Chi non ha intenzione di aspettare a lungo è Matteo Salvini, che nei giorni aveva ribadito di non aver smesso di lavorare “giorno e notte” sulla Flat tax: “serviranno fra i 12 e i 15 miliardi per una rivoluzione epocale”, aveva detto, mentre l’alleato di governo Luigi Di Maio l’aveva invitato a non lanciarsi in promesse ‘alla Berlusconi’. “Si procederà per step”, aveva assicurato il sottosegretario al Lavoro del Carroccio Claudio Durigon.  

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