Governo, Salvini non tenta lo strappo: “Dura 4 anni”. Ma Di Maio vuole un “chiarimento”

Nessuno dei due vuole staccare la spina al governo, ma entrambi sono perfettamente consapevoli che cosĂŹ non si puĂČ andare avanti a lungo. I protagonisti, nel bene e nel male, della stagione politica attuale sono ancora Matteo Salvini e Luigi Di Maio. La nuova affermazione del centrodestra alle regionali in Basilicata allarga la forchetta dei consensi a favore della Lega e il leader del Movimento 5 Stelle chiede un nuovo “chiarimento”: “La convivenza potrebbe andare meglio se si evitasse, quando qualcuno ha dei risultati, di mettere quella parolina che sporca il provvedimento”, dice il ministro del Lavoro, spiegando che il governo “andrĂ  avanti quattro anni” se continuerĂ  a rispettare i punti del contratto sottoscritto a maggio 2018. Ma “Ăš molto importante chiarire che si potrebbe stare molto meglio”. Con un confronto faccia a faccia, che “faremo di persona nei prossimi giorni”, assicura Di Maio, chiedendo al ‘socio’ piĂč rispetto. “Basterebbe applicare il metodo che uso io con l’immigrazione, i rimpatri non sono ancora stati fatti, ma non passo tutti i giorni a dire che bisogna farli”, quindi “se c’Ăš una cosa che puĂČ migliorare i rapporti di governo Ăš che si rispettino le iniziative del Movimento e non vengano, diciamo cosĂŹ, opinate”. Il riferimento Ăš all’accordo con la Cina per la cosiddetta Via della Seta: “Poteva essere rispettato di piĂč”, sottolinea il ministro dello Sviluppo economico, che non ha mandato giĂč i dubbi espressi urbi et orbi dal collega Salvini. “Non Ăš nulla di grave, ma se si vuole un ulteriore momento di veritĂ  Ăš questo, c’Ăš sempre quella parolina che vuole rovinare un momento positivo”. Nemmeno il segretario del Carroccio nega le frizioni, ma preferisce “stare in due e non da soli”, anche se “si litiga, ma Ăš meglio avere quattro occhi al posto di due”. GiĂ , perchĂ© la forza della Lega, paradossalmente, costringe il suo leader a sperare che questo accordo con i Cinquestelle duri piĂč a lungo possibile. L’alternativa, infatti, sarebbe un ritorno alle urne con un consenso piĂč che raddoppiato ma senza l’autosufficienza necessaria per governare. Ergo, il centrodestra dovrebbe presentarsi con lo stesso schema di sempre, assieme alla Forza Italia con Silvio Berlusconi e FdI di Giorgia Meloni. Una prospettiva che non entusiasma il ministro dell’Interno. Per questo ammette candidamente di non averne “all’orizzonte incassi politici” perchĂ© il governo durerĂ  4 anni. Almeno fino alle prossime elezioni europee, che diranno di piĂč sulle reali prospettive delle due forze di maggioranza. Che nel frattempo dovranno trovare un accordo su Autonomia, Flat tax, Tav, alleanze geopolitiche. Non proprio una passeggiata.

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