Il recupero consensi non decolla: M5s su spalle di Casaleggio e Di Maio

Recuperare consensi in vista delle europee si sta rivelando molto più difficile delle previsioni, per il Movimento 5 Stelle. Tutte le strategie messe in campo finora, compresa la linea dura con la Lega su uno storico cavallo di battaglia come il no alla Tav, al più sono riuscite a frenare il trend in costante calo nei sondaggi, ma per risollevare la china Luigi Di Maio e i suoi dovranno tirar fuori il proverbiale ‘coniglio dal cilindro’. La forchetta pentastellata si attesta tra il 21 e il 24 per cento, una soglia ad altissimo rischio, non solo perché le opposizioni agiterebbero questo risultato dandogli un significato politico, una ‘bocciatura’ del popolo, ma soprattutto perché evidenzierebbe un gap con la Lega di circa 10 punti. Un sorpasso clamoroso, in meno di un anno, che ribalterebbe completamente gli equilibri della maggioranza, partita con i Cinquestelle al 32% e il Carroccio al 17. Matteo Salvini ha garantito che nulla cambierà per il governo, che i suoi non chiederanno posti nella squadra, ma il suo peso specifico aumenterebbe fisiologicamente, condizionando ogni provvedimento. Un campanello d’allarme che suona forte ai piani alti del Movimento. Per la precisione, all’indirizzo del capo politico e di Davide Casaleggio, che non è più ‘solo’ il presidente dell’Associazione Rousseau, ma il co-fondatore, con Di Maio, della nuova associazione Movimento 5 Stelle, creata il 20 dicembre 2017. L’atto costitutivo, depositato presso la cancelleria del tribunale di Genova, infatti, parla chiaro: sono loro due a sobbarcarsi il peso di tutto. Le carte certificano il passo indietro di Beppe Grillo, che conserva sì il ruolo di garante, i cui oneri e onori sono scritti nero su bianco soltanto su Regolamento, codice etico e non-Statuto. Per dirla in maniera cruda, da due anni a questa parte, se c’è una rogna giudiziaria, ricade sulla testa di Di Maio. Che è anche il tesoriere del M5S: un doppio ruolo interno che rappresenta un unicum nel panorama politico italiano. Tra le finalità c’è sicuramente la valorizzazione delle esperienze dei meetup e del Blog, ma il futuro si chiama Piattaforma Rousseau, con un coinvolgimento sempre più voluminoso degli iscritti nelle decisioni del gruppo. In nome della democrazia diretta, ovviamente. Sono pochi gli incarichi distribuiti, ma tutti – comprese le varie candidature – attentamente vagliati dal capo politico. Del Comitato di garanzia fanno parte il sottosegretario con deleghe all’Editoria e alla ricostruzione post terremoto, Vito Crimi, l’ex candidato alla presidenza della Regione Siciliana, Gian Carlo Cancelleri, e la consigliera regionale del Lazio, Roberta Lombardi. Mentre tra i probiviri figurano il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il presidente della commissione Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo, e la deputata Paola Carinelli. Una ‘svolta’ che non è piaciuta a tutti. Di sicuro non all’avvocato Lorenzo Borrè, ex attivista pentastellato, che oggi vuole fare emergere tutte le contraddizioni del M5S. È “la fine della narrazione del Movimento partecipato, nato dai cittadini, e ci introduce alla realtà oligarchica di un partito creato da due persone, di cui una viene nominata capo politico con poteri pressoché assoluti”, tuona. Tutti segni che per i Cinquestelle la strada verso il recupero dei consensi è ancora lunga e lastricata di ostacoli.

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