Minimum Fax: “Così gli scrittori della provincia Usa hanno avvistato il populismo trumpiano”

Quando la letteratura di provincia è in grado di capire e scoprire, prima degli altri, le paure e i problemi della gente e di capire, magari, perché nascono certi fenomeni di cui, poi, tutti si stupiscono. Daniele Di Gennaro (Fondatore di Minimum Fax) è intervenuto nel corso del primo Festival Nazionale dell’Economia Civile, che si sta svolgendo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, per raccontare l’esperienza della sua casa editrice che, andando a scavare nella letteratura provinciale americana, ha intercettato i narratori che hanno “letto”, prima degli altri, la solitudine, lo smarrimento e la realtà che hanno fatto emergere il populismo trumpiano. “Minimum Fax è una casa editrice indipendente con una storia più che ventennale, che ha sempre mirato alla trasformazione dei linguaggi della narrativa americana, italiana e della saggistica di impegno civile. Da questo ascolto sono nate varie collane di ricerca e impegno civile, che spiegano tutto ciò che sta accadendo in questi tempi. Negli anni ’90 – ha aggiunto Di Gennaro – molta letteratura si è concentrata sul linguaggio e non sulla parte emotiva. La letteratura di provincia, invece, anche grazie alla distanza dai centri di potere, ha avuto una visione più chiara, spiegando il sentimento di paura dei cittadini che ha generato lo stato attuale della politica. Tutto questo non ha generato una narrazione empatica e partecipata, ma ha portato, spesso, a categorizzazioni culturali sbagliate: chi ha votato Trump, ad esempio, viene considerato un bifolco”. “La narrativa di Minimum Fax, spiega i motivi di questo disagio. I grandi autori della provincia americana non giudicano, ma raccontano la realtà, lo smarrimento e la solitudine. E’ il racconto di ciò che ha generato questo populismo contro giudizi sommari. L’editoria – conclude Di Gennaro – può avere questo ruolo di ascolto della situazione sociale e civile. Il successo di questa nuova editoria sta, infatti, nel raccontare la realtà dei centri urbani dimenticati, facendoli diventare protagonisti. In questo modo la narrativa, non è soltanto un raccontare, ma diventa una fonte autorevole a cui far riferimento”.

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