Nel 2018 evasione Iva a 40 miliardi, 5 in più del 2017

Sale a 40 miliardi l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto. Il tax gap Iva 2018 si incrementa di oltre 5 miliardi di euro rispetto al 2017 passando da circa 34.8 a 40 miliardi di euro. Sul gradino più alto del podio, a trainare l’incremento del tax gap complessivo, ci sono i 17 miliardi dell’evasione senza consenso, quella derivante dall’omessa dichiarazione dell’imposta sul valore aggiunto, e precedentemente stimata in circa 13.2 miliardi, subito seguita dall’evasione prodotta dalla mancata emissione di fatture, scontrini e ricevute fiscali (l’evasione con consenso) stimata in circa 15 miliardi (13.2 nel 2017) e infine per ultima quella da omesso versamento dell’imposta di circa 8 miliardi (8,4 nel 2017). L’aggiornamento, rispetto ai dati forniti dal ministero dell’economia in commissione finanze camera 10 scorso 31 ottobre, è stato fornito il 6 marzo da Salvatore Stanziale del dipartimento delle finanze intervenuto al VI Tax Day organizzato da ItaliaOggi e Kpmg (si veda ItaliaOggi di ieri). Sempre in ambito Iva, se è difficilmente intercetta- bile l’evasione consensuale, ovvero quella che si realizza tramite «l’accordo» tra venditore e consumatore per evitare di emettere il documento fiscale, secondo quando indicato nell’audizione alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria del Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze Massimo Bitonci, il 6 marzo scorso ,entro il triennio in corso 2018-2020, grazie all’introduzione della fatturazione elettronica, il tax gap derivante dell’evasione non consensuale dovrebbe ridursi di circa 4,2 miliardi di euro. Nell’audizione, inoltre, il sottosegratario ha specificato che, sempre grazie all’introduzione della fattura elettronica, il legislatore nei prossimi anni avrà l’opportunità di introdurre alcune semplificazioni delle regole fiscali volte ad aumentare sia il termine per l’emissione delle fatture, sia il tempo per registrare le stesse, sia ad incrementare alcuni processi di semplificazione relativi alla registrazioni delle fatture passive d’acquisto. Secondo quanto indicato in audizione, oltre alla futura possibilità di semplificare il sistema fiscale, con l’adozione della E-fattura si è realizzato un doppio vantaggio per il contribuente. Il primo deriva dal risparmio prodotto dal processo di fatturazione che, passando dall’analogico all’elettronico, garantirà un risparmio stimato intorno ai 5 euro per fattura ai quali vanno aggiunti anche quelli derivanti dall’eliminazione dei costi della carta e quelli di spedizione postale. Il secondo sarebbe connesso, invece, al nuovo spirito di compliance dell’agenzia delle entrate e la E-fattura, in questo processo di collaborazione tra fisco e contribuente, assume un ruolo abilitante e facilitatore dei rapporti. Sempre in relazione all’introduzione del nuovo strumento, la fattura elettronica, Massimo Bitonci tira le somme dei flussi informativi di fine febbraio. Secondo il sottosegretario, il risultato è positivo con il sistema di interscambio che ha retto senza particolari criticità, anche al massivo invio di E-fatture previsto nelle prime due settimane del secondo mese dell’anno, e stima un ulteriore miglioramento del sistema nel suo complesso. Attualmente sono state inviate 277 milioni di fatture, la percentuale di scarto è quella prevista a regime di circa il 4,3% degli invii, e sono state memorizzate262 milioni di fatture di cui, 5 milioni verso la pubblica amministrazione (B2G), 134 milioni tra soggetti con partita Iva (B2B) e 123 milioni nei confronti di privati consumatori (B2C). Dal punto di vista operativo, sul portale Fatture e Corrispettivi, si sono interfacciati 2.5 milioni di operatori, sono state rilasciare 7.1 milioni di deleghe, l’utilizzo dei servizi da parte di intermediari, 3,7 milioni di contribuenti hanno registrato l’indirizzo telematico per la consegna delle fatture elettroniche e sono stati rilasciati 3,4 milioni di codici QR.

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